«Io, catturato e portato in un campo:
al ritorno a casa pesavo 45 chili»

«Io, catturato e portato in un campo: al ritorno a casa pesavo 45 chili»
Venerdì 28 Gennaio 2022, 09:22
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«Ho sofferto moltissimo e i giovani devono sapere cosa è avvenuto». Così Donato Spagnoletti, 100 anni, catturato dalle truppe tedesche nel 1943 e condotto in un campo di concentramento in Germania. Un ricordo rinfrescato ai presenti in occasione della cerimonia per la ricorrenza del «Giorno della Memoria», svoltasi in prefettura, nel corso della quale gli è stata consegnata la medaglia d'onore. «Quando sono tornato in Italia dopo il campo di concentramento - aggiunge con lucidità - pesavo 45 chili. Nel campo ogni giorno ci inviavano al lavoro dopo un percorso a piedi di cinque chilometri». Ad accompagnarlo al Palazzo di Governo la moglie Maria Carapella, 88 anni, e il figlio Francesco, funzionario di banca in servizio a Napoli, e il sindaco di Molinara Giuseppe Addabbo che ha ricordato come il consiglio comunale avesse dedicato una seduta al suo illustre cittadino e come Molinara annovera altri centenari tra i suoi abitanti, una sorta di record.


«Quella del Giorno della Memoria è una cerimonia necessaria - dice il prefetto Carlo Torlontano - per trasmettere ai giovani, futuro del nostro Paese, una cultura della memoria, perché le giovani generazioni conoscano e capiscano quello che è avvenuto a seguito dell'approvazione delle leggi razziali.

L'esercizio della memoria, la conoscenza di quello che è accaduto nel passato, è condizione indispensabile per evitare che tragedie cosi terribili, come il genocidio degli ebrei, possano ancora verificarsi».


Il prefetto ha consegnato poi le altre medaglie d'onore concesse ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto, che sono state ritirate dai figli essendo i destinatari deceduti. Il prefetto, insieme alla medaglia, ha consegnato anche una copia del foglio matricolare conservato agli atti dell'Archivio di Stato. Medaglia alla memoria per Rinaldo Cavoto nato nel 1922 a San Marco dei Cavoti, richiamato alle armi nel 1942 e assegnato al reggimento artiglieria: fu catturato dai tedeschi e condotto in Germania nel 1943. Uno dei figli che ha presenziato alla cerimonia, Giuseppe, ha voluto lanciare un appello ai giovani perché sappiano far tesoro della libertà. Altra medaglia alla memoria quella consegnata al figlio e al nipote di Giuseppe Antonio Cocca nato a San Marco dei Cavoti nel 1919. Dopo aver partecipato alla campagna di guerra del 1941 e 1942 nei Balcani era sbarcato in Albania. Anche per lui nel 1943 vi futono la cattura da parte delle truppe tedesche e il trasferimento in Germania e poi il ritorno in libertà nel 1946. Una medaglia alla memoria è stata poi conferita ad Antonio Luciano Piccucci nato a Sassinoro nel 1920. Richiamato alle armi nel reggimento artiglieria fu catturato dai tedeschi e condotto in Germania il 9 settembre 1943.

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Alla cerimonia, svoltasi nel rispetto delle misure anti-Covid, presenti il questore, Edgardo Giobbi, il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Germano Passafiume, e il vice comandante provinciale della Guardia di Finanza, il tenente colonnello Giovanni Ferrajolo. Inoltre i primi cittadini dei comuni di residenza degli insigniti: Giuseppe Addabbo di Molinara, Pasqualino Cusano di Sassinoro e Mario La Montagna, vice prefetto che ricopre l'incarico di commissario straordinario del Comune di San Marco dei Cavoti, il cui consiglio comunale è stato sciolto. Tutti hanno espresso parole di apprezzamento per chi ha subito enormi sofferenze e pertanto sono testimoni di atrocità da ricordare alle nuove generazioni.
 

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