Comunali a Benevento, scoppia il caso Pd:
da Roma schiaffo a «Essere democratici»

Comunali a Benevento, scoppia il caso Pd: da Roma schiaffo a «Essere democratici»
di Paolo Bocchino
Venerdì 27 Agosto 2021, 10:00
4 Minuti di Lettura

Se non è la parola definitiva sulle questioni interne al Pd sannita, è comunque un avallo pesante alle tesi del gruppo dirigente. Mentre a Molinara si svolgeva l'Assemblea bis che ribadiva nella sostanza quanto già stabilito il 5 giugno, a Roma si scrivevano pagine importanti sulla querelle beneventana. È del 18 agosto il parere fornito dalla presidente della Commissione nazionale di garanzia, Silvia Velo, al segretario Enrico Letta in merito al ricorso presentato da Raffaele Del Vecchio per il commissariamento della Federazione provinciale a causa di irregolarità gestionali reputate assai gravi: dalla invalidità dell'Assemblea molinarese del 5 giugno, con conseguente nullità delle decisioni assunte, alla nomina illegittima di organismi chiave come il tesoriere e la commissione provinciale di garanzia. La prova, secondo Del Vecchio e dell'area «Essere democratici», della non corretta gestione del partito. Ma dalla Capitale arrivano segnali opposti alla tesi espressa dal leader della minoranza interna, almeno stando a quanto scrive la numero uno del massimo organismo disciplinare dei dem: «Quello che il ricorrente chiama ricorso - relaziona Velo - non è e non può essere un ricorso, strumento attraverso il quale un iscritto o un elettore si rivolge a una commissione di garanzia qualora ritenga violata una norma dello Statuto o del Codice etico. Una richiesta di commissariamento non è un ricorso».

La dirigente dei dem fa poi notare a Letta che «la richiesta è impropriamente reiterata» in quanto già avanzata al segretario nazionale attraverso la Commissione regionale di garanzia, che come si ricorderà aveva accolto le tesi di Rossano Insogna, altro esponente di Essere democratici, salvo poi vedersi sciolta a propria volta dagli organi nazionali per gravi irregolarità. L'Assemblea del 20 agosto ha poi eletto Giovanni Zarro nuovo presidente, con l'avallo e alla presenza del delegato nazionale Lino Paganelli.

Ma nel documento trasmesso a Letta, la presidente dell'organismo nazionale di garanzia non si limita agli aspetti formali della questione: «Nel merito delle motivazioni, il Del Vecchio fa alcune considerazioni profondamente inesatte, travisando le norme dello Statuto del Pd. La decisione di riconvocare l'Assemblea provinciale non comporta di per sè la declaratoria di nullità dell'Assemblea già celebrata (il 5 giugno 2021, ndr) e oggetto di impugnazione. La Commissione nazionale di garanzia non ha mai formalmente annullato quell'Assemblea. Ma anche a voler ammettere che quell'Assemblea fosse nulla - prosegue la parlamentare - è falso che il Tesoriere provinciale non sia legittimamente in carica. Come prevede l'articolo 37 dello Statuto, il Segretario nomina un nuovo Tesoriere che rimane in carica fino alla successiva convocazione dell'Assemblea».

Video

E sul nodo cruciale della battaglia interna, ovvero la contestata iscrizione al partito per l'anno 2020, Velo è lapidaria: «È parimenti falso che risulterebbe nulla la certificazione degli iscritti 2020 a causa della nullità dell'elezione del terzo componente in surroga a quello decaduto. Ogni organismo assembleare del Pd è in carica fino a quando risulta in carica la maggioranza assoluta dei suoi componenti. L'unico organismo che può certificare le anagrafi è la Commissione nazionale di garanzia. La certificazione dell'anagrafe degli iscritti della Federazione provinciale del Pd di Benevento per l'anno 2020 è avvenuta con la presenza di 3 componenti su 3. Anche ammettendo che il terzo componente non fosse stato eletto in un'Assemblea valida, la certificazione resta valida perché effettuata con la presenza della maggioranza assoluta dei componenti».

Parole evidentemente nette che adesso sono al vaglio del segretario nazionale per le eventuali determinazioni del caso. A favore del gruppo dirigente locale gioca senz'altro il precedente, recentissimo, che ha visto Letta allinearsi al deliberato della stessa Commissionale nazionale di garanzia dello scorso 22 luglio che aveva preannunciato la dichiarazione di decadenza a scapito di Rossano Insogna e di altri esponenti non tesserati per l'anno 2020. Ma è il caso anche di attendere le nuove contromosse e prese di posizione di «Essere democratici», anche alla luce della contrapposizione elettorale che vede questi ultimi schierati per la rielezione di Clemente Mastella a differenza dei vertici decariani, supporter di Luigi Diego Perifano

© RIPRODUZIONE RISERVATA