Danni provocati dai cinghiali, nel Sannio
risarcimenti per oltre 100mila euro

Danni provocati dai cinghiali, nel Sannio risarcimenti per oltre 100mila euro
di Antonio Mastella
Sabato 11 Giugno 2022, 09:56
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Dal primo gennaio a oggi, sono già 65 le denunce di altrettanti agricoltori che si sono ritrovati con le proprie colture rovinate dalle invasioni dei cinghiali. «Siamo appena a giugno puntualizza Giuseppe Porcaro, responsabile dell'ufficio caccia della struttura amministrativa regionale e ci ritroviamo già con questi numeri». In moneta sonante, il danno denunciato è, mediamente, di circa 1500 euro per azienda. Una semplice moltiplicazione e si evince che il ristoro per le perdite subite dai coltivatori si avvicina ai 100mila euro. Per le conseguenze, accertate, delle scorribande dell'anno scorso, la Regione fu costretta a sborsarne intorno ai 200mila. È sin troppo facile pronosticare che, di questo passo, la cifra necessaria per coprire le perdite subite in agricoltura sarà superiore. «Siamo a questo punto spiega il funzionario per la semplice ragione che il numero dei cinghiali è in crescita».

Secondo una stima più che prudente, si presume che ve ne siano in circolazione non meno di 12mila.

Chi è in prima linea nel contrasto è l'Ambito territoriale di caccia (Atc, in sigla), una struttura deputata a elaborare la strategia più adatta a rendere equilibrata con la natura la presenza degli animali sul territorio perché l'attività venatoria si possa svolgere nel pieno rispetto della norma, sotto ogni profilo. L'organismo è attualmente in regime commissariale; Vincenzo Ciervo ne è a capo. «Per giungere a una valutazione più concreta del loro numero avverte il commissario da qui a poco ci serviremo di droni attrezzati con camera termica in grado di rilevarne con certezza la presenza e, quindi, la consistenza». L'impegno principale profuso dall'organismo, in ogni caso, è nella formazione di «doppiette» da abilitare alla cosiddetta «caccia di selezione», la cui caratteristica principale consiste nella autorizzazione a imbracciare il fucile lungo tutto l'anno e non solo nelle date consacrate per legge.

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«Già 60 sono in servizio; ne stiamo preparando altri 100 con due corsi, che stiamo tenendo a Molinara e a Tufara Valle, di 60 ore ciascuno. I cacciatori aggiunge Vincenzo Boscaino, funzionario dell'Atc vengono preparati anche per la gestione della peste suina di cui i cinghiali sono portatori». L' intervento scatta subito dopo una segnalazione da parte di sindaci, agricoltori o anche privati cittadini. «Una volta che sia pervenuta la comunicazione chiarisce Porcaro provvediamo a installare dei telecontrolli per stabilire se si è trattato di un passaggio sporadico o di una presenza più stabile. Solo se si accerta la seconda ipotesi, scatta la squadra di selezione».
In questi giorni, con il metodo appena descritto, sono tenute sotto particolare controllo le aree dei comuni di Circello, Cerreto Sannita, San Bartolomeo in Galdo, Fragneto e Apollosa, che sono, in sostanza, i territori tra i più colpiti. Con questa misura «sono stati abbattuti sottolinea sempre Porcaro circa 70 capi». Un'altra delle tecniche «dissuasorie» adottate consiste nella posa di recinti elettrificati, che non siano dannosi neanche a dirlo per le persone. «Grazie a questo sistema adoperato soprattutto per i vigneti assicura si stanno riducendo le scorrerie. Sono non pochi i viticoltori che, soprattutto quest'anno, sono stati risparmiati. Visti i risultati che si stanno conseguendo, incrementeremo questa misura». L'Atc è impegnata anche a proporre le misure indispensabili per la gestione degli animali abbattuti. «In questa ottica annuncia, infine, il commissario siamo al lavoro per organizzare una giornata di studi a Dugenta. La terremo il 29 giugno. Nella circostanza, si parlerà soprattutto sul modo con cui dare vita ad una vera e propria filiera della carne di cinghiale».
 

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