Gli incendi dei giorni scorsi hanno lasciato ferite profonde. Vere e proprie cicatrici come quella che adesso sfregia il versante caudino del Taburno dopo i roghi di domenica hanno distrutto circa dieci ettari di vegetazione tra uliveti, boschi sparsi di specie quercine e area incolte a Montesarchio, nella zona di Cirignano, a pochi passi dal complesso della torre e del museo archeologico. Interessata anche una parte dell'area protetta del parco regionale. Incendi che proprio domenica non avevano risparmiato la zona di Beltiglio, a Ceppaloni, e l'area del «Toppo» a San Lorenzello. Ieri fortunatamente solo qualche ripresa dei roghi del giorno prima, situazioni tenute facilmente sotto controllo e nulla comunque in confronto a quanto accaduto il giorno prima quando a Montesarchio si era reso necessario anche l'intervento di un elicottero delle squadre antincendio regionali e di un canadair della flotta di Stato.
Domato l'incendio, erano subito scattate le indagini.
Le attività investigative e di monitoraggio proprio a Montesarchio avevano permesso ai carabinieri forestali della locale stazione di arrestare un allevatore 53enne del posto, P.M., accusato di incendio doloso dopo che era stato ripreso da una foto-trappola mentre appiccava il fuoco. Anche in quel caso, dopo gli incendi delle settimane precedenti, a seguito di una analisi preliminare degli eventi incendiari che c'erano stati e mediante l'utilizzo del metodo delle «evidenze fisiche», i carabinieri forestali aveva potuto individuare i punti dove installare i dispositivi di videosorveglianza. Proprio una di queste di foto-trappole aveva ripreso l'allevatore mentre appiccava l'incendio. Ieri mattina l'uomo, che è assistito dall'avvocato Gerardo Perna Petrone, si è presentato dinanzi al gip Pietro Vinetti per l'udienza di convalida. Da giovedì era agli arresti domiciliari, misura cautelare che gli è stata confermata nonostante la richiesta di revoca presentata dal suo legale per difetto di non imputabilità. Il 53enne, questo quanto sostenuto dalla difesa, è affetto da una patologia psichiatrica e dal 2014 è destinatario di un provvedimento di interdizione. Presentata anche una serie di documenti e certificazioni sanitari. Il gip ha però optato per la conferma dei domiciliari. Decisione che, come ha anticipato il legale, verrà impugnata dinanzi al Riesame. La notizia dell'arresto del pastore di Montesarchio aveva seguito di poco quella dell'ennesimo incendio divampato in località Fiego.
Un'estate difficile questa per il Sannio con la cronaca di questa prima parte di agosto che parla di eventi incendiari registrati in tutta la provincia, da Paduli, dove la scorsa settimana in un solo giorno erano andati in fumo dieci ettari di bosco, a Bonea; da Sant'Agata de' Goti all'hinterland senza risparmiare il capoluogo.