Fiumi di droga in valle Telesina,
chieste condanne per 80 anni

Fiumi di droga in valle Telesina, chieste condanne per 80 anni
di Enrico Marra
Giovedì 12 Dicembre 2019, 10:43 - Ultimo agg. 18:41
2 Minuti di Lettura
Droga dal Napoletano alla valle Telesina. Un flusso costante fornito dai clan di Secondigliano e diretto nel Sannio. Il blitz nel 2015. Ieri mattina, davanti ai magistrati della sezione penale (presidente Daniela Fallarino), le richieste del pubblico ministero della Dda Luigi Landolfi per i sei imputati essendo nel frattempo deceduto un altro imputato. Non potendo discutere per una forte raucedine, Landolfi ha depositato le sue conclusioni scritte, limitandosi solo a elencare le pene proposte. Subito dopo i difensori degli imputati hanno pertanto richiesto di poter conoscere nel dettaglio le conclusioni dell'accusa e pertanto le loro arringhe sono slittate a un'udienza già fissata per il 18 dicembre.
Il pm ha chiesto pene di 16 anni per Raffaele Cavaiuolo, 59 anni, 14 anni per Erminio Cavaiuolo, 34 anni, e per Basilio Tanzillo, 44 anni, di Solopaca; 12 anni per Gennaro Barone, 31 anni, di Napoli, per Denis Di Donato, 34 anni, di Solopaca, e Gianfranco Di Donato, 30 anni, di Telese Terme. Per un totale di 80 anni.

IL BLITZ
Per detenzione di stupefacenti al fine di spaccio nel maggio di quattro anni fa erano scattati diversi arresti con il beneficio dei domiciliari, dopo indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Cerreto Sannita e delle stazioni di Telese Terme e Solopaca, con il coordinamento della Dda di Napoli. Le ordinanze erano state emesse dal gip Luisa Toscano. I pusher in prevalenza spacciavano hashish. L'operazione fu denominata «Pony express» proprio per le modalità del trasporto. Alcuni degli indagati sono legati tra loro anche da rapporti di parentela: Denis Di Donato e il fratello Gianfranco Di Donato così come Raffaele Cavaiuolo, il nipote Erminio Cavaiuolo e il genero Basilio Tanzillo. Il blitz era stato condotto non solo nel Sannio ma anche a Novara e Napoli dove risiedevano in quell momento alcuni dei destinatari del provvedimento della Dda.

L'ASSOCIAZIONE
Per gli inquirenti a operare era un'associazione a delinquere che non aveva un vero capo anche perché avendo alcuni degli aderenti rapporti di parentela non era possibile stabilire un rapporto gerarchico. Le indagini avevano preso il via nel 2012 e sono iniziate con i primi sequestri di quantitativi di droga provenienti dalla zona di Secondigliano. Poi sono proseguite nel 2013. In particolare, i corrieri e gli spacciatori, secondo l'accusa, erano Tanzillo e l'indagato ora deceduto. Invece sempre secondo l'accusa, Erminio Cavaiuolo e Dennis Di Donato si occupano di procurare la droga, mentre Gianfranco Di Donato aiutava il fratello Denis, e Raffaele Cavaiuolo collaborava con il nipote.

LA DIFESA
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Angelo Leone, Ettore Marcarelli, Maria Carmela Fucci, Fabrizio Ravone ed Emilia Granata. E probabile poi che il 18 dicembre sarà fissata una nuova udienza in cui il collegio giudicante emetterà la sentenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA