«Nessun inceneritore nel Sannio»,
le rassicurazioni dell'Ato

«Nessun inceneritore nel Sannio», le rassicurazioni dell'Ato
di Paolo Bocchino
Mercoledì 2 Settembre 2020, 09:54
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«L'Ato non prevederà mai un termovalorizzatore nel Piano rifiuti». Mancano tre mesi al varo della programmazione del ciclo rifiuti nel Sannio attesa per dicembre. Una certezza però c'è già: «Né le linee guida approvate, né la versione definitiva del Piano contemplano l'incenerimento - assicura il direttore dell'Ente d'Ambito Massimo Romito - È questo l'indirizzo dettato da tempo dalle direttive comunitarie che favoriscono sistemi meno impattanti. Il termovalorizzatore previsto a Ponte Valentino nell'ambito del biodigestore è una opzione non auspicabile, sia per l'approccio ormai anacronistico, sia per la ubicazione che genera comprensibili timori da parte di player molto importanti della filiera agroalimentare operanti in zona. Ciò non toglie che il progetto di Energreen abbia un elevato valore sul piano tecnologico e che la Regione, unico ente deputato all'autorizzazione, possa dare l'ok. Valutiamo la presentazione di osservazioni in conferenza dei servizi sugli aspetti più critici come la gestione dei fanghi».

Anticipazioni succose che arrivano nel momento più alto della tempesta che si scatena da giorni sulla paventata realizzazione dell'impianto da 110.000 tonnellate in area Asi. Cosimo Rummo ha ribadito ieri l'allarme lanciato al «Mattino»: «Con questa mannaia sul capo diventano impercorribili i progetti di sviluppo per 15 milioni che abbiamo in cantiere. Cresciamo di anno in anno grazie alla qualità dei nostri prodotti, vorremmo crearne di nuovi come sughi pronti e alimenti a base di patate. Ci sono centinaia di posti di lavoro potenzialmente attivabili che si aggiungono alle centinaia già esistenti, ma così salta tutto. Se si fa l'inceneritore a Ponte Valentino, il pastificio Rummo lascerà Benevento».

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GLI INTERVENTI
Prospettiva respinta da Coldiretti che proprio ieri ha presentato la partnership con Rummo per la produzione di pasta «made in Sannio»: «Stento a capacitarmi di come ci si possa infilare in una situazione del genere - dice il dirigente nazionale Gennaro Masiello - È un chiaro esempio di ciò che può determinare la mancata o tardiva pianificazione in settori strategici come la gestione del ciclo rifiuti che già troppi danni ha prodotto in Campania. Siamo dalla parte di Rummo. La politica assuma quanto prima i necessari provvedimenti». Palla che ripassa dunque nel campo dell'Ato al quale da più parti si addebita l'esiziale inazione: «Ma non è così - ribatte il presidente Pasquale Iacovella - I nostri presunti ritardi sono in realtà comuni a tutti gli Enti d'ambito della regione. Siamo in fase avanzata di redazione del Piano d'ambito. Contiamo di approvarlo per dicembre in collaborazione con il Conai dopo il confronto con i sindaci. Ma il documento potrà disciplinare la gestione dei fabbisogni provinciali, non l'intero corpus di iniziative private che ope legis potrebbero ottenere le autorizzazioni».

LO SCONTRO
Il tema riempie anche il dibattito politico. Fioccano i richiami al Comune di Benevento finora silente sulla vicenda: «Perché il presidente Barone ha dato l'ok al progetto? Ha i requisiti per quel ruolo? E perché il sindaco Mastella non interviene?» domanda l'ex assessore Antonio Reale per Fi. La replica mastelliana nelle parole di Domenico Parisi: «Nessuno immagina di favorire insediamenti nel settore rifiuti a scapito di aziende storiche come Rummo. Cosa diversa è approfondire la materia. L'Asi non ha dato alcun via libera ma affidato uno studio dell'Unisannio sulla compatibilità». Nell'agone anche il Pd con Giuseppe Ruggiero: «Barone si dimetta per il danno continuo che sta causando alla provincia e al comparto produttivo, altrimenti lo revochi il presidente della Provincia». All'anatema del consigliere provinciale risponde il mastelliano Giovanni Quarantiello, consigliere comunale e membro del Consiglio Ato: «Ancora atteggiamenti intimidatori, non se ne può più. Si attenda lo studio che l'Asi ha commissionato all'Unisannio». In fibrillazione anche il mondo produttivo. «Abbiamo chiesto all'Asi l'accesso agli atti di questa vicenda - informa Confcommercio - Ci saremmo aspettati che scendessero in campo il sindaco e la Camera di Commercio contro questa vera aggressione della Regione. Preoccupata la Fai Cisl: «Rummo, Nestlè e altri sono un patrimonio del territorio - dice Alfonso Iannace - Lotteremo per non perdere questi posti di lavoro». Allarme raccolto dalla vicina Paduli: «L'impianto di grossissime dimensioni non risponde alle esigenze delle nostre comunità - dice il sindaco e consigliere provinciale Domenico Vessichelli - Facciamo fronte comune, pronti a iniziative clamorose».
 

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