Truffa concorsi, il funzionario
confessa: «Pen drive a 6mila euro»

Truffa concorsi, il funzionario confessa: «Pen drive a 6mila euro»
di Antonio N.Colangelo
Domenica 2 Agosto 2020, 11:20 - Ultimo agg. 11:58
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Esce dal carcere di Capodimonte, dove era detenuto dallo scorso 12 giugno, e passa ai domiciliari Giuseppe Sparaneo, 51enne funzionario in servizio dei vigili del Fuoco, una delle figure chiave dell'inchiesta «Par condicio», attività di indagine condotta dalle Fiamme Gialle, coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento e finalizzata a smantellare un'organizzazione criminale che, secondo l'impianto accusatorio, sarebbe stata in grado agevolare l'accesso ai concorsi pubblici per entrare nell'arma.

Accolta, dunque, l'istanza presentata dall'avvocato difensore Gerardo Giorgione, il quale aveva richiesto un'attenuazione della misura cautelare disposta nei confronti del suo assistito, mostratosi collaborativo nel corso degli ultimi interrogatori datati 23 e 24 luglio. Proprio l'atteggiamento di responsabilità e collaborazione dell'indiziato, rivelatosi utile agli inquirenti per ottenere nuovi elementi, sarebbe stato decisivo per indurre il Gip Vincenzo Landolfi a disporre gli arresti in casa, dopo circa 50 giorni di reclusione carceraria, per Sparaneo, finito in manette al pari di Antonio De Matteo, 68enne pensionato beneventano ed ex vigile del fuoco, difeso dal legale Antonio Leone e attualmente detenuto presso la casa circondariale cittadina, e Claudio Balletta, 65enne di Roma, viceprefetto e dirigente del Ministero dell'Interno presso il Dipartimento dei pompieri, sui quali pendono i capi d'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e rivelazione di segreti d'ufficio.

Nei loro confronti, tra l'altro, lunedì scorso il sostituto procuratore Francesco Sansobrino aveva disposto una serie di perquisizioni presso le abitazioni di indiziati e rispettivi familiari e amici, ed emesso un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, per beni di un importo superiore ai 460mila euro, di fatto il doppio della cifra emersa nella fasi iniziali delle indagini che portarono, oltre ai tre arresti già citati, ad otto ordinanze applicative di misure cautelari personali, due arresti domiciliari, due sospensioni da pubblici uffici o servizi e un obbligo di dimora.

Stando alla ricostruzione degli eventi, il sistema illecito consentiva agli indagati di intascare sostanziose tangenti dagli aspiranti candidati, o dai rispettivi genitori, ai concorsi per entrare nel corpo dei Vigili del Fuoco, della Polizia di Stato, dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, consegnando loro anticipatamente, tramite pen drive, parte della banca dati che avrebbe costituito la prova selettiva. Dalle indagini, capaci di chiamare in causa circa 250 agenti della Finanza, venne fuori che gli indiziati si sarebbero serviti degli automezzi dei pompieri per circolare indisturbati durante il periodo di lockdown e consegnare le chiavette usb richieste, mentre nel corso di un blitz venne rinvenuto, all'interno di un armadietto della caserma dei vigili di Benevento, un borsone contenente 156.000 euro in contanti. Una vicenda recentemente arricchitasi di nuovi, ulteriori particolari, emersi dagli interrogatori a cui è stato sottoposto Sparaneo nella scorsa settimana.
Nel periodo intercorso tra settembre 2019 e marzo 2020, sarebbero state consegnate a più di 100 candidati altrettante pen drive dal costo di circa 2.000 euro l'una. Un guadagno complessivo di 200.000 euro che parrebbe sia stato equamente suddiviso tra De Matteo e Sparandeo, da ieri pomeriggio agli arresti presso la propria abitazione cittadina.
 

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