«La scuola Torre-Sala aprirà il cantiere senza perdere fondi»

Il problema riguarda una variante urbanistica per la zona

«La scuola Torre-Sala aprirà il cantiere senza perdere fondi»
«La scuola Torre-Sala aprirà il cantiere senza perdere fondi»
di Paolo Bocchino
Mercoledì 6 Marzo 2024, 10:23
4 Minuti di Lettura

«Non c'è alcuna variazione. I lavori per la scuola Torre saranno consegnati il 31 marzo, come previsto». Un Mario Pasquariello più che mai assertivo ha rassicurato, ieri mattina, i componenti la commissione consiliare Lavori pubblici in merito all'opera da quasi 17 milioni destinatario di un maxifinanziamento Pnrr. Intervento che, come ormai noto, prevede la ricostruzione previo abbattimento del plesso sede della scuola media «Federico Torre», e della elementare - infanzia «Nicola Sala». Entrambi troveranno posto tra via Sala e via Marmorale, in un unico edificio moderno, sicuro e ad alta efficienza energetica.

Intervento che è parso a un certo punto a rischio per una questione procedurale legata alla classificazione urbanistica del tratto iniziale di via Marmorale, compreso tra i due attuali edifici. Cancellarlo del tutto, come previsto nel disegno preliminare dell'opera stilato dal team di progettazione esterno a Palazzo Mosti, avrebbe potuto comportare dilazioni nei tempi incompatibili con la deadline fissata per la consegna del cantiere alla affidataria ConsCoop. Intoppo, però, risolto già da settimane, lasciando invariata la natura urbanistica del tratto in questione. Soluzione che permetterà di centrare la fatidica data per l'avvio formale di uno dei cantieri più importanti della città. «Non c'è alcun problema, il cantiere della Torre sarà aperto regolarmente il 31 marzo» ha garantito ieri l'assessore ai Lavori pubblici Mario Pasquariello, in videoconferenza con la commissione presieduta da Luigi Scarinzi.

Consesso che, peraltro, non era stato convocato sul tema, capace però di rubare la scena per via dell'innegabile importanza della vicenda. Ma l'intervento del delegato municipale ha bloccato sul nascere le polemiche che stanno montando sul presunto errore amministrativo della macchina comunale, dopo la pubblicazione della notizia su Il Mattino.

«Non ci saranno varianti urbanistiche - ha dichiarato Pasquariello - Via Marmorale, nel tratto in questione, resterà ad uso stradale, anche se pedonale». Chiarimenti che riportano il sereno sul maxiprogetto della zona alta.

Ma tra i consiglieri di opposizione resta ancora qualche perplessità. I consiglieri Rosetta De Stasio (Prima Benevento) e Angelo Miceli (Città Aperta) hanno chiesto di visionare il progetto esecutivo dell'opera. Lo faranno lunedì, quando la commissione si recherà presso gli uffici del settore tecnico di via del Pomerio proprio per poter avere il quadro aggiornato della situazione. Sul tema è intervenuto ieri anche il gruppo consiliare del Partito democratico: «Le vicende urbanistiche relative all'Istituto Torre e a piazza Duomo hanno un minimo comun denominatore: la superficialità e l'approssimazione nel rispetto delle procedure urbanistiche. Nel caso dell'IC. Torre, l'amministrazione comunale, a distanza di pochi giorni dalla consegna dei lavori, si sarebbe accorta della mancanza della variante urbanistica per la realizzazione dell'auditorium in via Marmorale. Dal 2022, solo oggi, a distanza di due anni, prende consapevolezza di un errore procedurale.

Video

Il Pnrr poteva essere un'opportunità nel ridisegnare il volto e il futuro della città, inserendo in un unico Piano programmatico tutte le opere oggetto di finanziamento, portare in Consiglio comunale quelle in variante al Puc, e modificare il Piano triennale. Invece si è preferito intraprendere la strada di interventi a macchia di leopardo, senza una visione d'insieme e, per giunta, redigendo un nuovo Puc di cui non si ha più notizia. Per non parlare dell'edificio in piazza Duomo - aggiungono i democrat - oggetto di una sentenza del Consiglio di Stato. Ciò nonostante, l'amministrazione decide di andare avanti con l'affidamento diretto di un incarico per la redazione di uno studio di fattibilità che definisca i lavori a farsi, i possibili usi e la futura gestione. Ciò avvalora ancora di più il dato, chiaramente espresso nella sentenza, che in urbanistica il rispetto delle regole procedurali più che forma è sostanza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA