«Un anno per una mammografia»,
la denuncia della senatrice Lonardo

«Un anno per una mammografia», la denuncia della senatrice Lonardo
Lunedì 15 Luglio 2019, 14:51 - Ultimo agg. 20:31
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«Questa mattina ho ricevuto il seguente messaggio: Cara senatrice, stamani ho provato a chiamare il Cup, azienda ospedaliera San Pio, per una mammografia di ultima generazione. Disponibilità a partire da novembre 2020! Non ho parole». È la senatrice di Forza Italia, Sandra Lonardo, a denunciare il fatto segnalato da una privata cittadina aggiungendo: «Per la verità anche io sono rimasta senza parole. Ma come è possibile? Lo chiedo pubblicamente al direttore generale Pizzuti e attendo risposta, tanto per dare riscontro agli increduli cittadini che ricevono queste risposte a fronte di esami fondamentali per la prevenzione. Il rischio altissimo è che da medicina preventiva diventi medicina postuma».

«L'unica certezza è che il nostro caro ospedale Rummo - continua -, per me resterà sempre tale, sta sprofondando sempre più. Ricordo a me stessa, ed a quanti mi seguono, l'indifferenza del Governatore De Luca e soprattutto del Ministro Grillo, alla quale ho rivolto ben sette, dico sette, interrogazioni e mai ho ottenuto una benché minima risposta. Credo sia davvero vergognoso». «Se questo è il cambiamento - conclude la senatrice -, mille volte il pregresso».

Sulla questione risponde la direzione strategica dell'azienda ospedaliera San Pio. Il direttore generale, Renato Pizzuti e quello sanitario, Giovanni Di Santo, hanno spiegato di aver «posto sempre particolare attenzione alle attività di prevenzione clinica in campo oncologico, e quindi anche nella diagnosi tempestiva e nel trattamento della neoplasia mammaria. A tal riguardo, dal mese di giugno si effettuano anche presso il presidio ospedaliero di Sant'Agata dè Goti, sedute di diagnostica senologica ambulatoriale e chirurgica. Tale attività integra fortemente quella istituzionale dei programmi di prevenzione primaria di screening mammografico di stretta competenza della Asl territoriale».

«Per tale motivo la direzione strategica - continua la nota - si è spesso chiesta i motivi per i quali critiche vengano esternate nei confronti dell'azienda ospedaliera 'San Pio' per un'offerta assistenziale che genera liste di attesa riferibili ad attività di primo livello, che esulano dalle competenze istituzionali di qualunque ospedale. Sono in essere, peraltro, percorsi integrati interaziendali attraverso la costituzione dei Gruppi Oncologici Multidisciplinari (Gom), per garantire al paziente-utente un completo percorso clinico-assistenziale della patologia oncologica». Per la San Pio gli screening di primo livello competono alla Asl e quelli di secondo livello all'ospedale. Anche se «la nostra Radiologia, oltre ad effettuare il secondo livello con un percorso concordato con l'Asl, attua anche attività ambulatoriale di primo livello con specifica prenotazione. La lista di attesa è legata al fatto che un notevole numero di donne (circa 4000/anno) si prenota regolarmente ad intervalli di un anno, generando, quindi, una lista d'attesa di un anno».

«Da settembre - conclude l'azienda - verranno effettuate specifiche sedute per i primi accessi, in modo da differenziare le due liste d'attesa, fermo restando che, comunque, la diagnostica di primo livello è di competenza dell'Asl.
Pertanto, in tale settore l'ospedale sta cercando di offrire il massimo alla popolazione beneventana, anche oltre il proprio ruolo istituzionale».
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