De Girolamo assolta, le motivazioni:
«All'Asl prassi deplorevole ma nessun reato»

De Girolamo assolta, le motivazioni: «All'Asl prassi deplorevole ma nessun reato»
di Enrico Marra
Sabato 13 Marzo 2021, 08:54
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«Il fatto non sussiste». L'ex ministro Nunzia De Girolamo era stata assolta a dicembre con formula piena al processo Asl. E con lei erano stati assolti tutti gli altri imputati: Luigi Barone, attuale presidente del consorzio Asi di Benevento ed ex collaboratore dell'esponente politico; Felice Pisapia, ex direttore amministrativo; Gelsomino Ventucci, ex direttore sanitario; Arnaldo Falato, anche lui dirigente; Michele Rossi ex direttore generale dell'Azienda sanitaria; Giacomo Papa, ex collaboratore della parlamentare; Michele Napoletano, sindaco di Airola. Associazione a delinquere, concussione, tentata concussione, abuso d'ufficio e tentato abuso d'ufficio le accuse che erano state mosse a vario titolo. A distanza di novanta giorni dal verdetto il presidente del collegio giudicante Daniela Fallarino e il giudice estensore Simonetta Rotili e Francesca Telaro hanno motivato la sentenza. I magistrati nella motivazione censurano «la deplorevole prassi assunta dalla dirigenza Asl di discutere nel merito questioni attinenti al concreto esercizio della pubblica funzione di cui erano investiti con esponenti politici che nella specie non si preoccupavano se non di rado di farsi portavoce delle esigenze del territorio».

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Ma fatta questa premessa i magistrati affrontano il tema delle riunioni nell'abitazione del padre della ex parlamentare e registrate da Pisapia. Riunioni che l'accusa aveva giudicato come una sorta di «direttorio» di cui facevano parte De Girolamo, Barone, Papa, Rossi, Ventucci e Pisapia ai quali fu contestata l'associazione a delinquere. Per l'accusa tutte le decisioni prese da ottobre 2011 a ottobre 2013 sarebbero state adottate dal direttorio «a discapito della sanità pubblica». I magistrati fanno riferimento anche all'archiviazione per tali comportamenti, già avuta a livello di Procura. «L'organo politico - si legge nella motivazione - deve individuare quali interessi non possono essere soddisfatti da privati e richiedono un intervento pubblico e quali interessi sono da preferire ad altri quando determinate scelte sono necessarie. Nel caso in specie pur essendovi stata un'azione volta a condizionare politicamente l'attività di gestione, tuttavia manca la prova che questa abbia prodotto risultati concreti che si sono tradotti in condotte delittuose. Non vi sono prove per la De Girolamo che interventi verbali hanno poi trovato riscontri in atti di gestione o che abbiano inciso sulle scelte amministrative dell'Asl.

La De Girolamo si adoperava per far cessare contrasti ed evitare intralci all'attività amministrativa per cercare di allargare il proprio consenso elettorale».

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Circa il trasferimento di alcune strutture dell'Asl da Montesarchio e Airola che aveva portato alla contestazione al sindaco Napoletano e alla ex ministra del reato di corruzione elettorale nella motivazione viene ricordato che anche il pm aveva chiesto il proscioglimento per insussistenza del reato. Infatti alla base del trasferimento c'era la decisione di «ottemperare a una legge regionale di contenere costi dei contratti di locazione e solo il Comune di Airola aveva offerto locali a comodato gratuito». Nella motivazione viene ricordato anche che le registrazioni fatte da Pisapia e consegnate agli inquirenti «sono genuine ma quanto alla efficacia in ordine ai fatti da provare non possono essere equiparate tout court alle intercettazioni telefoniche e ambientali, laddove l'elevato grado di affidabilità è strettamente collegato all'assenza di secondi fini da parte di tutti i dichiaranti». Circa il reato di turbativa d'Asta contestato a De Girolamo, Barone, Papa, Rossi, Pisapia e Falato, il collegio giudicante «parla di genericità del capo d'imputazione privo di qualsivoglia concreta descrizione della condotta eventualmente tenuta contro la Sanit, ditta delegata al trasporto infermi». Le 136 pagine della motivazione passeranno al vaglio della Procura che aveva chiesto la condanna di sette imputati e l'assoluzione per il sindaco di Airola e che dovrà decidere se presentare un ricorso in appello.
 

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