Ospedale di Sant'Agata de' Goti,
nelle lettere l'appello a De Luca

Ospedale di Sant'Agata de' Goti, nelle lettere l'appello a De Luca
di Giuseppe Piscitelli
Venerdì 19 Aprile 2019, 12:00
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SANT'AGATA DE' GOTI - Preferiscono non replicare alle dichiarazioni dei sindaci sull'inutilità delle dimissioni dalla carica e della consegna della fascia tricolore nelle mani del prefetto di Benevento, Francesco Cappetta, le quattro pasionarie del comitato «Curiamo la vita». La presidente Mena Di Stasi, Stella Truocchio, Michela Ottobre e Giuseppina De Masi si limitano a prenderne atto e a rifugiarsi in silenzio stampa sul tema. Lo fanno anche sui social, al fine di non alimentare altre polemiche che potrebbero nuocere al futuro dell'ospedale «Sant'Alfonso».

Il commissario regionale alla Sanità Vincenzo De Luca è stato destinatario di due missive. Nella prima, il sindaco Carmine Valentino gli ricorda una nota precedente dell'8 aprile in cui gli rivolgeva istanza di riprogrammazione dell'ospedale «Sant'Alfonso» quale presidio ospedaliero dell'Asl di Benevento e, nell'ambito della rete ospedaliera regionale, quale presidio ospedaliero, con attivazione del programmato Polo oncologico con la previsione del punto nascita. Poi evidenzia che «la protesta presso il nosocomio, da parte di cittadini e del comitato Curiamo la vita, ancor oggi permane e desta sempre maggiori preoccupazioni, malgrado le sue rassicurazioni sul futuro dell'ospedale».
 
Si auspica «un riscontro formale alle istanze che le sono state rivolte dalla comunità e dalle istituzioni locali - continua nella lettera - e che, dopo le sue dichiarazioni sul futuro dell'ospedale, tutti attendono con ansia». Nell'altra lettera, la presidente del comitato «Curiamo la vita» sottopone a De Luca la civile protesta in atto dal 30 marzo «al fine di far valere le ragioni dell'ospedale e della sua indispensabile esistenza», poi si sofferma sui protagonisti della vicenda, «mogli, mamme e nonne, con alle spalle uomini veri» che, nei giorni della mobilitazione, hanno fatto due scioperi della fame, interrotti, solo perché il prefetto di Benevento si era fatto garante di un tavolo tecnico, tra governo e Regione per conoscere, finalmente, il futuro del plesso ospedaliero.

Quest'ultima missiva era stata inoltrata anche al prefetto, al quale si era rivolto anche il sindaco per rappresentare che le richieste del tavolo tecnico convocato in prefettura non hanno avuto, al momento, riscontro formale, mettendo in risalto il «protrarsi della protesta del comitato Curiamo la vita e il timore del ripetersi di gesti sconsiderati, e chiede il suo interessamento verso i superiori livelli istituzionali preposti al settore della sanità affinché forniscano concreti elementi di chiarezza sul futuro dell'ospedale e formali risposte alle istanze che le comunità e le istituzioni locali attendono ormai da moltissimo tempo».

E da molto tempo si attende che venga fissata la data del tavolo tecnico, dopo la visita degli ispettori ministeriali e la loro relazione. In attesa di conoscere la data, la tenda che ospita i manifestanti resterà ancora là, in presidio fisso, davanti all'ingresso principale dell'ospedale. Anche a Pasqua, Pasquetta e oltre, fino al momento nel quale il governo nazionale e il commissario regionale alla Sanità decideranno cosa ne sarà dell'ospedale «Sant'Alfonso» che, fino alla fine dello scorso anno, era dotato di tutti i reparti previsti per un presidio ospedaliero di base, con alcuni reparti accorpati, a causa della carenza di personale. Poi lo smantellamento, con il nuovo piano sanitario che cancella reparti fondamentali per la comunità e con un pronto soccorso nella rete delle emergenze del 118 ma senza più reparti alle spalle. Intanto, sui social scoppia un caso sulla tiepida risposta, in fatto di presenze, dei cittadini santagatesi alle manifestazioni proposte dai comitati (anche alla Via Crucis) e all'indifferenza di molti, «troppo occupati a fare altro» anche nella settimana pasquale e nel lungo ponte che la segue.
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