Santa Sofia, giro di vite stop agli addobbi «trash»

Limitazione delle installazioni e veto al lancio del riso

Addobbi «trash» a Santa Sofia
Addobbi «trash» a Santa Sofia
di Paolo Bocchino
Martedì 19 Dicembre 2023, 10:02
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Mai più addobbi trash a Santa Sofia. Le scene da un matrimonio viste sabato mattina sul sagrato della chiesa patrimonio Unesco non saranno più consentite. Palazzo Mosti è pronta al giro di vite che sarà cristallizzato in un'ordinanza del sindaco Clemente Mastella già in fase di stesura. Il testo, affidato alla elaborazione del dirigente del settore Affari generali e turismo Alessandro Verdicchio, sarà pubblicato nelle prossime ore. Stando alle prime anticipazioni, il provvedimento introdurrà il divieto assoluto a installazioni che ingombrino eccessivamente e deturpino sul piano estetico l'area del sagrato e le adiacenze, nell'ambito della buffer zone.

Sarà ammesso il classico tappeto rosso e pochissimo altro, da rimuovere immediatamente a cerimonia celebrata. Veto anche al lancio di oggetti: sarà bandito, a quanto pare, persino il tradizionale riso augurale. Nessuno spazio anche per palloncini, striscioni, riproduzioni musicali o urla, ancorché festive. In pratica, un ritorno nei ranghi minimi del decoro troppo spesso violato, come nel caso emblematico di tre giorni fa di cui ha dato notizia ieri il «Mattino», che ha avuto almeno il pregio di far deflagrare la questione. Non potevano restare senza risposta, del resto, le immagini del sagrato di Santa Sofia occupato per metri e metri da una passerella di fiori rossi con tanto di arcata fin sull'uscio del gioiello longobardo. Un pugno rubino sul volto timido della chiesa, non a caso tinteggiata di un tenue giallo.

Così come non è accettabile assistere a parenti che si esibiscono in cori da stadio all'uscita dei festeggiati, dopo aver lasciato le automobili in sosta nei pressi del Teatro Comunale, a pochi metri dal bene patrimonio mondiale dell'umanità.

Una vicenda spartiacque, come hanno convenuto il sindaco Mastella e il parroco don Marco Capaldo, che hanno avuto ieri uno scambio di vedute sul tema. Urgono correttivi che pongano un freno, anche perché proprio il caso andato in scena sabato mattina dimostra come la chiesa beneventana sia ormai diventata una destinazione per le coppie che decidono di giurarsi amore eterno ben oltre i confini cittadini. I neosposi «chiassosi» provenivano infatti dalla provincia di Napoli e avrebbero scelto Santa Sofia sostanzialmente per ragioni di pregio coreografico.

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Eccessi favoriti anche da una regolamentazione che lascia ancora troppi margini alle interpretazioni, fallaci quando latitano buon senso e gusto per la misura. Nelle «Norme per la celebrazione di matrimonio nella chiesa parrocchiale di Santa Sofia e Santissimo Salvatore» si dispone che all'interno «l'addobbo floreale sia sobrio, semplice e armonioso, non ingombrante», ma per l'esterno si consente di «collocare il tappeto e composizioni varie».

Una dicitura evidentemente troppo lasca, destinata a cambiare: «Dal primo gennaio diffonderemo delle norme, per così dire, più chiare - anticipa il neo responsabile parrocchiale don Marco Capaldo, in carica da soli due mesi -. Quelle in vigore sono state comunque sottoposte ai futuri sposi al momento della prenotazione delle nozze. Abbiamo già sollecitato in più occasioni il Comune ad adottare le norme di competenza per quanto riguarda gli spazi esterni. Siamo in contatto, mi auguro che si arrivi presto a provvedimenti che permettano alle coppie di sposarsi in Santa Sofia senza costituire un vulnus per il decoro di luoghi che sono espressione della bellezza di Colui che illumina le nostre intelligenze».

Un'autentica mission, quella che si è data don Capaldo, che ha già ritoccato sensibilmente gli orari di apertura della chiesa di Santa Sofia, permettendo visite più estese in considerazione del crescente interesse turistico del sito: «Dal mio insediamento, avvenuto lo scorso primo ottobre, ho introdotto le aperture continuative della chiesa per quattro giorni su sette. Segnatamente, dal giovedì alla domenica, Santa Sofia resta visitabile ininterrottamente dalle 8 alle 19. Un lasso temporale che consente la fruibilità di un luogo che è sicuramente un monumento di pregevolissima fattura e meta di visitatori, ma che resta pur sempre anche una chiesa parrocchiale, ancorché sui generis. Negli altri tre giorni resta confermata la previgente chiusura a mezzogiorno con riapertura dalle 16 alle 19. Se i turisti dovessero venire in quei giorni e in quegli orari, purtroppo la troveranno chiusa. Ma, del resto, accade altrettanto, solo per fare un esempio, anche a San Luigi dei Francesi a Roma. Dove, senza nulla togliere alla nostra perla longobarda, sono conservate opere tra le più importanti di un certo Caravaggio».
 

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