Mastella torna e mette mano alle fibrillazioni di maggioranza, ma senza fretta. Il primo cittadino ha salito ieri sera (ora italiana) le scalette dell'aereo che nella notte lo ha riportato nel Sannio dopo le ferie a stelle e strisce. Un giro dall'altra parte del mondo mentre i suoi scatenavano il finimondo. Uno sgarbo che il leader dell'amministrazione comunale ha digerito da grande incassatore, ma che sicuramente non dimenticherà. Situazioni comunque non inedite per il navigato leader centrista che già nel primo mandato sindacale dové fronteggiare le molteplici rivendicazioni della variegata maggioranza arrivando persino a dimettersi per poi fare dietrofront. C'è chi ancora conserva i messaggi di quanti nel 2020, inizialmente tra i più barricaderi, invocavano poi un ripensamento del sindaco approssimandosi la scadenza dei 20 giorni per il ritiro delle dimissioni. E se la paura di tornare a casa era forte a 18 mesi dalla scadenza del mandato, figurarsi ora che di mesi dal voto ne sono trascorsi solo 14.
È probabilmente su questa considerazione che si basa la scelta del primo cittadino di non accelerare i chiarimenti in maggioranza, che comunque ci saranno: «Affronteremo tutte le questioni, ma non c'è un'urgenza particolare» mette in chiaro Mastella nelle rarissime battute strappategli alla vigilia del rientro. Il sindaco rivela che nelle ultime ore c'è stata una nuova telefonata con il leader dei frondisti Gino Abbate: «Sì, mi sono sentito con lui oggi (ieri, ndr).
E l'opposizione si rifà sentire con sarcasmo: «Deve esserci stato un equivoco - attaccano i consiglieri di Alternativa - Quando abbiamo chiesto un maggiore impegno sul tema dell'occupazione giovanile, non intendevamo riferirci alla sistemazione lavorativa dei fortunati appartenenti al centro magico, ovvero assessori, figli, nipoti, fratelli e parenti vari del microcosmo mastelliano. Comprendiamo il disappunto dei consiglieri che, sopraffatti dall'indignazione popolare, hanno invocato un chiarimento. Il confronto interno alla maggioranza, secondo alcuni suoi autorevoli esponenti i panni sporchi da lavare in famiglia, dovrebbe riguardare i problemi e le prospettive della città. Benevento è in difficoltà, centinaia di giovani sono stati costretti ad andarsene, ed altri lo faranno per la mancanza di lavoro. Il Pnrr è diventato un piano straordinario di edilizia pubblica che nel medio-lungo periodo non produrrà un solo posto aggiuntivo. Il Puc è all'anno zero. Siamo in una vera emergenza ambientale. Nessuna traccia del piano traffico e di quello per il commercio. Ci aspetteremmo che una verifica di maggioranza - concludono - definisse un'agenda delle priorità, impegnando il Consiglio comunale, troppo spesso ridotto a votificio di debiti fuori bilancio, in un lavoro serrato e produttivo».
pa.bo.