Vigorito verso la presidenza
di Confindustria Benevento

Vigorito verso la presidenza di Confindustria Benevento
di Gianni De Blasio
Domenica 29 Novembre 2020, 14:00
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Oreste Vigorito verso la presidenza di Confindustria. Il «re del vento» è l'unico nominativo che il comitato dei saggi sottoporrà agli iscritti, circa 350, a partire da domani. Tre giornate di audizioni, al termine delle quali Giuseppe D'Avino, presidente di Strega Alberti, Cosimo Rummo, proprietario dell'omonimo pastificio, nonché Biagio Mataluni, titolare degli omonimi oleifici e presidente di Sovena Italia, il colosso oleario portoghese che ha costituito con Olio Dante spa la joint venture Sovena Italia spa, avranno concluso il loro compito di «esploratori» e se, come appare scontato, il nome del presidente del Benevento Calcio risulterà gradito, si passerà all'adempimento finale dell'iter previsto per individuare il successore di Filippo Liverini al vertice dell'associazione degli industriali sanniti.

Una giornata di votazioni, a scrutinio segreto come avviene, ormai da un paio di presidenti in qua, da Mataluni in poi (fino ad allora, l'investitura veniva decretata per acclamazione), dopodiché Vigorito erediterà il testimone da Liverini, industriale a capo della Mangimi Liverini S.p.A., che da oltre mezzo secolo produce e commercializza mangimi destinati agli animali da reddito, con linee specifiche adibite all'allevamento.

A distanza di soli quattro anni in Confindustria, Vigorito completa una scalata probabilmente inattesa. Era l'agosto del 2016 allorquando il Benevento Calcio entrava ufficialmente a far parte dell'associazione che oggi vanta tre/quarti di secolo di attività. Biagio Mataluni, all'epoca presidente di Confindustria, salutava così il nuovo socio: Grazie ai risultati raggiunti dalla squadra, questo sodalizio offre una grande opportunità per promuovere il territorio nelle sue diverse sfaccettature e, anche grazie ai canali mediatici e di marketing attivati dalla società calcistica, consentirà di divenire driver di sviluppo per la provincia di Benevento al fine di generare crescita economica, culturale e sociale del territorio. Per la verità, non si può dire che il più che probabile neo presidente questa carica l'abbia inseguita. 

La corsa sembrava circoscritta a Pasquale Lampugnale e Antonio Affinita, dell'azienda di componentistica per auto guidata dalla sua famiglia. Una sfida protrattasi per mesi (voci riferivano di un interesse pure di Andrea Esposito della Laer che, però, non si è mai proposto ufficialmente), sembrava che sul filo di lana dovesse prevalere il primo, ceo della Sidersan Spa, storica azienda fondata nel 1946 attiva nel settore delle Prelavorazioni Siderurgiche, nonché presidente di Lampugnale Investimenti Spa, società che raggruppa e controlla tutte le aziende della famiglia attive in vari settori come l'acciaio, le costruzioni, l'immobiliare e, dal 2017, anche nell'editoria. Agli inizi di novembre, però, Lampugnale è stato eletto al vertice di Piccola Industria di Confindustria Campania, pertanto ha ritenuto di non disporre del tempo necessario a ricoprire due cariche entrambe impegnative.

Anche Affinita ha optato per il passo indietro, a questo punto, i saggi hanno pensato ad Oreste Vigorito che, ieri l'altro, ha ufficialmente offerto la propria disponibilità. Si tratta di un nome sicuramente importante, non solo per Confindustria. Basti dire che già tredici anni fa, il 6 agosto del 2007, il «Wall Street Journal» raccontava che il colosso britannico Ip, International Power, aveva comprato al prezzo enorme di un miliardo e 830 milioni di euro una parte dei parchi eolici sviluppati nel Mezzogiorno dal principale operatore italiano: la Ivpc, la Italian Vento Power Corporation, gruppo che operava nel comparto delle energie rinnovabili, e che faceva capo, manco a dirlo, a Oreste Vigorito.

Per avere l'esatta contezza dell'operazione, nella classifica dei dieci contratti più importanti del 2007, scrisse all'epoca L'Espresso, la cessione figurava al nono posto. All'ottavo, c'era lo stilista Valentino con una valutazione di 2,1 miliardi.

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