Jim Morrison, a 50 anni dalla morte esce il libro con i diari inediti della leggenda del rock

Jim Morrison e Pamela Courson
Jim Morrison e Pamela Courson
Sabato 5 Giugno 2021, 12:52
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Il 3 luglio del 1971 moriva a Parigi per overdose di eroina Jim Morrison, leggenda del rock e fine poeta, con le radici nella Beat Generation e il cuore nel movimento hippy degli anni Sessanta. Aveva soltanto 27 anni. A cinquant’anni da quel tragico evento, la sorella Anne Morrison Chewning pubblica “The collected works of Jim Morrison”, con tutte le opere complete del poeta psichedelico, che ambiva ad ampliare (come tutta la sua generazione) le “porte della percezione”, e che è morto cercando (proprio) di “passare dall’altra parte”.

Il libro, in uscita l’8 giugno (in originale) per HarperCollins, ha permesso ad Anne di aprire la scatola dei ricordi. Dal 2009, la donna settantaquattrenne ha condiviso i diritti delle opere di Jim con il fratello Andrew e gli eredi di Pamela Courson, che sopravvisse soltanto tre anni al suo compagno, prima di morire a sua volta nel 1974 per un’overdose. 

Quando, grazie al suo nuovo ruolo, Ann ebbe accesso agli scritti e ai taccuini di Jim Morrison, conservati nel caveau di una banca, si sentì sopraffatta dall'emozione. «Non mi rendevo conto di quante carte avevamo - ha detto al sito Daily Beast - è stato eccitante, perché desideravo da sempre poter vedere quei documenti.

Poi, naturalmente, abbiamo pensato a cosa farne».

In cassaforte c’erano 28 diari, scritti su carta fragile e sottile, che Jim Morrison aveva riempito con i suoi pensieri, poesie, idee per sceneggiature, testi per canzoni. C’era anche un documento intitolato “progetto per un libro”. Grazie a quel documento, Ann ha potuto ricostruire le sue opere, come avrebbe voluto il fratello. E il risultato del suo lavoro è stato il volume, ora in uscita negli Stati Uniti. Il libro è una vera chicca per gli appassionati, seicento pagine con tutti i testi dei diari di Morrison, e anche le foto dei taccuini in formato originale. 

Ci sono le prime poesie scritte dal cantante quando era uno studente, le sue prime citazioni del “re lucertola” e di Dioniso; c’è anche - sottolinea il sito americana - molto reotismo e violenza. E poi una sceneggiatura intitolata "The Hitchhiker", l’autostoppista. E tante foto di famiglia. 

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Ann ha lavorato con un vecchio amico di Jim, Pal Lisciandro (autore dell’introduzione) per mettere in ordine cronologico tutti i documenti; un lavoro davvero impossibile, considerato che l’autore non annotava quasi mai le date di ogni suo scritto. Secondo Ann, i lettori potranno avere una visione ravvicinata del “funzionamento interno della sua mente”, dalle idee sparse al prodotto finito. 

Nel libro si evince anche che il famoso processo a Miami per “atti indecenti” durante un concerto (mostrò il pene dal palco)  fu, per lui, il punto di non ritorno. La condanna a sei mesi, con il rilascio su cauzione, non sfociò mai in una pena detentiva, perché - pochi mesi dopo l’ultimo album dei Doors, "L.A. Woman" - Jim Morrison diede seguito alla sua strabordante pulsione di morte. Nel diario ci sono anche molte annotazioni relative al processo, dettagli di cronaca. «C’era una volta un gruppo chiamato i Doors - scrive in una poesia - che cantavano il loro dissenso per la morale vigente / Protestavano perché erano giovani / Come hanno attestato i testimoni /Mentre il loro leader si calava le braghe…»

L'epilogo tragico

Jim scrisse, a questo punto della sua vita, che la gioia di fare concerti e di scrivere, era per lui “finita”. Il cantante comincia a bere e a drogarsi oltremisura. 

Il rapporto di Morrison con la sua famiglia era di aperta ostilità. Cresciuto in una base militare - il padre George era un ammiraglio della Marina Usa che non capiva la carriera del figlio - Jim lasciò presto la Florida per andare a studiare in California, nel 1964. E cominciò a descriversi come un orfano, a dire che i suoi genitori e i suoi parenti erano tutti morti. 

Ann, nell’intervista ha ricordato la figura del padre, “una specie di classista” che non capiva la musica e che quando lasciò la Marina, «si immerse nello studio del greco antico per leggere la Bibbia».

Il testamento

Ad un certo punto, verso la fine della sua vita, Morrison sembra voler lasciare la musica completamente e sembra voler cominciare a lavorare a qualche sceneggiatura. “La gioia dei film è il piacere di scrivere”. Poi l’estremo, confuso saluto. “Quale delle mie cellule saranno ricordate. Arrivederci America, ti ho amato”.

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