«Alcol e musica a bomba ragazzi senza alternative»

«Alcol e musica a bomba ragazzi senza alternative»
di Lidia Luberto
Lunedì 11 Luglio 2022, 08:18
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«Quello che sta accadendo fra i giovani, non solo a Caserta ma in tante città italiane, è il segno di un malessere profondo che va affrontato e gestito insieme, tutti dalla stessa parte», così Rosi Di Costanzo, presidente del Comitato vivibilità cittadina Caserta nonché rappresentante del Comitato delle mamme che nacque all'indomani dell'accoltellamento del giovane in piazza Correra, commenta l'ennesimo episodio di malamovida verificatosi in città. -

Ancora un fatto violento che, per fortuna, stavolta non ha avuto esiti peggiori: ve lo aspettavate?
«Più che aspettarcelo, direi, vista la situazione data, che era inevitabile. E aggiungo che se il peggio è stato scongiurato lo si deve solo alla presenza delle forze dell'ordine in strada».
Come ai spiega il ripetersi di atti di violenza del genere?
«Le ragioni sono molteplici: un atteggiamento eccessivamente tollerante da parte delle amministrazioni locali sia nei confronti di questi giovani che dei titolari dei locali non sempre ligi alle regole, un controllo non sempre puntuale sugli esercenti che continuano a somministrare bevande alcoliche anche ai minorenni, la mancanza di punti di riferimento per i ragazzi, il ruolo meno determinante della famiglia e della scuola, l'assenza di occasione di aggregazione alternativi e sani nonché di stimoli positivi».
Come si muove il vostro comitato per cercare di arginare questo genere di fenomeni?
«Siamo nati nel 2015 e siamo l'unico Comitato regolarmente registrato. Inizialmente, eravamo un movimento spontaneo di cittadini che si riconosceva sotto la sigla «No movida selvaggia», poi ci siamo costituiti legalmente e ci siamo collegati in rete con altri comitati in tutta Italia. La nostra azione è di denunciare e suggerire rimedi. Quando ci consentono di farlo».
In che senso?
«Nel senso che speso ci sentiamo inascoltati e poco considerati. Come è evidente dalla mancata convocazione del nostro Comitato al tavolo della sicurezza indetto dal Prefetto. A quel tavolo sono sedute tante componenti della società ma noi, che rappresentiamo i cittadini, non siamo stati coinvolti. Una scelta incomprensibile ».
Cosa bisognerebbe fare, secondo voi?
«Intanto qualcosa già si è mosso, dopo l'arrivo del colonnello Paglia. Grazie a lui si è vista una maggiore presenza di agenti per strada. Ma ancora non basta».
Vuole essere più precisa: cosa vi aspettate?
«Ci aspettiamo che ci si muova su più fronti. Intanto, visto che ciò che accade al centro della città si verifica anche nelle frazioni di San Leucio e Vaccheria, sarebbe opportuno che i cittadini facessero fronte comune per essere più efficaci. Insomma, abbiamo gli stessi obiettivi, allora incontriamoci fra associazioni che operano sul territorio. Un metodo che dovrebbe praticare anche la politica».
In che senso?
«Nel senso che ci aspetteremmo una partecipazione diversa da parte dell'opposizione in consiglio comunale. Non basta che i consiglieri di minoranza si lamentino, con tanto di selfie sui social. È necessario che chi è stato votato smetta di criticare a vuoto, faccia proposte concrete e aiuti chi governa a trovare soluzioni».
Quali sono le vostre proposte-richieste?
«Controlli puntuali e sanzioni a chi non rispetta le regole che pure il Comune ha dato.

Evitare la concentrazione di locali in poche strade: è un'abitudine che favorisce la confusione. Riportare l'attenzione sulle politiche sociali con l'aiuto e il contributo di famiglie e associazioni. Caserta, peraltro, ha ben cominciato a lavorare con il coinvolgimento delle forze dell'ordine. Ma questo doveva essere il primo passo: poi dovevano subentrare le buone pratiche per fornire ai giovani centri di aggregazione e offrire loro progetti ed eventi capaci di attrarli».

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