A incastrarli, le chat su Whatsapp. Sarebbe stata una denuncia anonima a dare l'impulso iniziale alle indagini che hanno portato i militari della Guardia di finanza del comando provinciale di Caserta, agli ordini del tenente colonnello Enrico Mancini (il comandante provinciale è il colonnello Giuseppe Furciniti), al sequestro, eseguito mercoledì, di oltre 400mila euro nei confronti di cento persone, oggi coinvolte, a vario titolo, nell'inchiesta sulla percezione illecita dei bonus stanziati dal Governo per sostenere i lavoratori dello sport, tra le categorie più penalizzate dalle restrizioni per fronteggiare la pandemia da Covid-19.
Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari Gionata Fiore, su richiesta del pubblico ministero della Procura di Santa Maria Capua Vetere Pasquale D'Angelo, al termine di una complessa indagine iniziata nell'estate del 2022. Le accuse e i sospetti contenuti nell'esposto, suffragati dagli screenshot delle conversazioni sull'app di messaggeria istantanea, avrebbero trovato conferma nei documenti sequestrati nella sede dell'Associazione sportiva dilettantistica di Macerata Campania, considerata la base operativa della truffa, e nei riscontri richiesti alla società a capitale pubblico «Sport e Salute», ente erogatore dei bonus, che avrebbe fornito la massima collaborazione agli inquirenti.
Ma sarebbero stati soprattutto quei messaggi, cristallizzati nei telefoni cellulari posti sono sequestro, ad aver delineato la condotta, in particolare, del presidente dell'associazione, A.P., 41 anni, peraltro, appartenente alle forze di polizia.
In un'inchiesta che ha scosso tanto il mondo del calcio dilettantistico quanto la comunità di Macerata Campania fa riflettere il silenzio delle istituzioni, sia sportive che politiche. Unica voce, è il caso di dire, fuori dal coro è quella del deputato di Fdi Marco Cerreto: «Quando eravamo all'opposizione del Governo dichiara , abbiamo evidenziato il fallimento della politica dei bonus sorta durante la pandemia. Un'idea, buona in apparenza, senza controlli e disposizioni chiare si è dimostrata dannosa e, talvolta, a causa dei soliti furbetti, ha tolto il diritto a chi pratica attività sane di poterne usufruire. Piena fiducia nel lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura e solidarietà massima agli operatori dello sport, quelli veri, dai professionisti agli amatori. Donne uomini che negli anni del Covid hanno sofferto anche a causa di una classe politica miope».