Covid, truffa sui bonus sport: reclutamento con le chat e compensi fino a 2.400 euro

La Guardia di Finanza allertata da una telefonata anonima

L'impianto di Macerata Campania
L'impianto di Macerata Campania
di Claudio Lombardi
Venerdì 28 Aprile 2023, 09:11 - Ultimo agg. 09:46
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A incastrarli, le chat su Whatsapp. Sarebbe stata una denuncia anonima a dare l'impulso iniziale alle indagini che hanno portato i militari della Guardia di finanza del comando provinciale di Caserta, agli ordini del tenente colonnello Enrico Mancini (il comandante provinciale è il colonnello Giuseppe Furciniti), al sequestro, eseguito mercoledì, di oltre 400mila euro nei confronti di cento persone, oggi coinvolte, a vario titolo, nell'inchiesta sulla percezione illecita dei bonus stanziati dal Governo per sostenere i lavoratori dello sport, tra le categorie più penalizzate dalle restrizioni per fronteggiare la pandemia da Covid-19.

Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari Gionata Fiore, su richiesta del pubblico ministero della Procura di Santa Maria Capua Vetere Pasquale D'Angelo, al termine di una complessa indagine iniziata nell'estate del 2022. Le accuse e i sospetti contenuti nell'esposto, suffragati dagli screenshot delle conversazioni sull'app di messaggeria istantanea, avrebbero trovato conferma nei documenti sequestrati nella sede dell'Associazione sportiva dilettantistica di Macerata Campania, considerata la base operativa della truffa, e nei riscontri richiesti alla società a capitale pubblico «Sport e Salute», ente erogatore dei bonus, che avrebbe fornito la massima collaborazione agli inquirenti.

Ma sarebbero stati soprattutto quei messaggi, cristallizzati nei telefoni cellulari posti sono sequestro, ad aver delineato la condotta, in particolare, del presidente dell'associazione, A.P., 41 anni, peraltro, appartenente alle forze di polizia.

Sarebbe stato lui a "reclutare" parenti e amici, alcuni neppure maggiorenni all'epoca dei fatti, per poter incassare i bonus. Con la complicità di A.C., 35 anni, genitore di tre piccoli atleti della scuola calcio di via Martiri di Cefalonia, attraverso tessere e contratti farlocchi, avrebbe poi dichiarato a «Sport e Salute», parte lesa, di avere alle sue dipendenze circa cento collaboratori sportivi, tra allenatori, massaggiatori, assistenti e segretari, assunti sulla carta tra il 2019 e il 2020, quindi, pure nei periodi di pieno lockdown, percependo per ognuno di essi un contributo, in più tranche, che poteva arrivare fino a 2.400 euro a collaboratore. Le elargizioni sarebbero state accreditate sui conti personali dei beneficiari, i quali avrebbero riconosciuto - questi sarebbero stati i patti - una quota al presidente e alla sua cricca.

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In un'inchiesta che ha scosso tanto il mondo del calcio dilettantistico quanto la comunità di Macerata Campania fa riflettere il silenzio delle istituzioni, sia sportive che politiche. Unica voce, è il caso di dire, fuori dal coro è quella del deputato di Fdi Marco Cerreto: «Quando eravamo all'opposizione del Governo dichiara , abbiamo evidenziato il fallimento della politica dei bonus sorta durante la pandemia. Un'idea, buona in apparenza, senza controlli e disposizioni chiare si è dimostrata dannosa e, talvolta, a causa dei soliti furbetti, ha tolto il diritto a chi pratica attività sane di poterne usufruire. Piena fiducia nel lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura e solidarietà massima agli operatori dello sport, quelli veri, dai professionisti agli amatori. Donne uomini che negli anni del Covid hanno sofferto anche a causa di una classe politica miope».

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