Canna urta i cavi dell'alta tensione pescatore 73enne muore folgorato

La tragedia sul litorale di Fondi, inutili i soccorsi

Canna urta i cavi dell'alta tensione pescatore 73enne muore folgorato
Canna urta i cavi dell'alta tensione pescatore 73enne muore folgorato
di Mirko Macaro
Domenica 3 Dicembre 2023, 10:16 - Ultimo agg. 4 Dicembre, 08:52
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Va a pesca e muore folgorato. Incredulità a Marcianise per la tragedia avvenuta l'altro giorno in cui ha perso la vita il 73enne Antonio Farina.

Una morte atroce per l'anziano appassionato di pesca: dopo che la sua canna ha toccato dei cavi dell'alta tensione, è rimasto folgorato. Una giornata di svago finita nel dramma. Una tragedia che si è consumata nella prima serata di venerdì lungo il litorale di Fondi, sulle sponde del canale in località Torre Canneto, ai confini con il comune di Terracina. Antonio Farina, nato e residente a Marcianise non ha avuto scampo. Non c'è stato nulla da fare per lui, inutile ogni tentativo di soccorso, la scarica elettrica che lo ha investito è risultata micidiale.

Farina era partito da casa in compagnia di alcuni amici, tutti uniti dalla grande passione per la pesca e non nuovi a trasferte in terra pontina per praticarla.

Si sono fermati a Fondi e si sono posizionati sugli argini del fiume Canneto, ognuno in un'area distinta, sebbene non molto distante da quelle occupate dal resto della comitiva. Ma di pescatori in zona ce n'erano diversi. Il 73enne si trovava verso l'interno, a monte della Flacca. La disattenzione risultata fatale è avvenuta intorno alle 19, quando era già buio.

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«Mentre si preparava ad approntare l'attrezzatura da pesca con la canna in carbonio che aveva tra le mani, è entrato accidentalmente in contatto con i sovrastanti cavi dell'alta tensione, venendo investito da una forte scarica elettrica che lo faceva sbalzare all'interno del canale», ricostruiscono i carabinieri della Compagnia di Terracina, tra i primi a intervenire. Dopo l'allarme lanciato da alcuni pescatori, l'anziano folgorato è stato soccorso proprio dai militari dell'Arma di stanza all'ombra del Tempio di Giove, intervenuti con il personale dell'aliquota radiomobile.

I militari si sono lanciati nelle acque del Canneto e hanno tirato fuori Farina iniziando a praticargli il massaggio cardiaco e la respirazione bocca e bocca. Delle disperate manovre di rianimazione nel tentativo di riattivare la circolazione, poi continuate dal personale del 118 giunto nel frattempo. Non c'è stato però nulla da fare: «Nonostante le procedure di soccorso attivate, l'uomo è deceduto poco dopo per arresto cardiocircolatorio».

La salma di Farina, una vita passata a lavorare nell'edilizia, fratello del presidente dell'Associazione carabinieri in congedo di Marcianise, è stata presa in carico dalle onoranze funebri per essere trasferita nella camera mortuaria del cimitero fondano. Di lì a poco, dopo il placet della Procura di Latina, è stata formalmente restituita alla famiglia per i funerali. Una dinamica non isolata, quella che ha visto la morte del pescatore campano. Negli anni, di incidenti identici nell'area di Torre Canneto se ne sono verificati diversi, anche con esiti letali. L'ultimo in ordine di tempo a settembre dello scorso anno, con la differenza che in quel caso il pescatore folgorato riuscì a sopravvivere.
 

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