Caserta, ville e imprese
per conto del clan: 5 condannati

Si intestavano ville e imprese per conto del clan: condannati in 5
Si intestavano ville e imprese per conto del clan: condannati in 5
di Marilù Musto
Sabato 8 Ottobre 2016, 08:46 - Ultimo agg. 10:53
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Pastorano. «Nicola Villano di San Marcellino era stato ucciso perché aveva chiesto la tangente a un imprenditore vicino al clan Schiavone, si era recato alla Cls di Pastorano e aveva schiaffeggiato il titolare». Lo aveva spiegato durante un’udienza in tribunale, il pentito Salvatore Laiso di Trentola Ducenta. Ieri, le sue dichiarazioni sono state utilizzate dal pm per chiedere e ottenere la condanna di cinque persone durante un processo per intestazione fittizia di beni. Si tratta di un processo stralcio del filone «Il Principe e la scheda ballerina» che coinvolse, nel 2011 politici, imprenditori e funzionari degli uffici di Casal di Principe. Al centro degli affari del clan dei Casalesi c’è sempre la materia prima per investire nel mattone: il calcestruzzo, miniera di denaro. L’inchiesta del pubblico ministero Fabrizio Vanorio, messa in piedi tra il 2010 e il 2011, aveva colpito per primo l’imprenditore Nicola Palladino della Cls di Pastorano, divenuto in breve tempo, stando agli atti della richiesta di indagini, il maggiore rifornitore di calcestruzzo. Palladino, probabilmente per evitare il suo coinvolgimento nelle verifiche eseguite dalla Dda, aveva intestato alcuni beni a parenti e amici, finiti tutti nella rete della giustizia un anno fa. Ieri, l’udienza preliminare che si è celebrata a Napoli ha riguardato tutti coloro i quali, secondo la procura Antimafia di Napoli, sono titolari di società, conti correnti e beni immobili riconducibili però alla camorra, fazione Schiavone.

Il giudice Laura De Stefano dell’ottava sezione del tribunale di Napoli ha condannato cinque prestanome: M.I. a 3 anni, C.C. a 2 anni e 6 mesi, A.C. a 4 anni e V.C. a 3 ai e 4 mesi mentre L.S. a 4 anni. 
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