Caserta, l'affare rifiuti a peso d'oro:
Iavazzi e Sorbo condannati

Caserta, l'affare rifiuti a peso d'oro: Iavazzi e Sorbo condannati
di Biagio Salvati
Giovedì 27 Ottobre 2022, 07:58 - Ultimo agg. 19:19
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Come accadeva negli anni Ottanta - secondo quanto accertato dalle inchieste sull'ex Aima - quando si coprivano di frutta destinata allo scamazzo i sassi caricati sui camion per aumentarne il peso, così succedeva anni dopo per la frazione organica dei rifiuti. Un'alterazione del sistema di pesatura, in questo caso, che ha portato ieri a due condanne a carico di un noto imprenditore casertano e dell'ex dirigente del Comune di Caserta (dal 2008 al 2015). Si tratta, rispettivamente di Francesco Iavazzi della Iavazzi ecologia e Carmine Sorbo, ai quali i giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere hanno irrogato una pena di 5 anni e tre mesi ciascuno, a fronte di una pena più alta che aveva chiesto il pubblico ministero per entrambi gli imputati. 

L'indagine, una tranche dell'inchiesta «Assopigliatutto», riguardava i valori alterati per le pesate dei rifiuti, che avrebbero danneggiato le casse comunali di Caserta e Maddaloni. Secondo la Procura sammaritana, Iavazzi avrebbe modificato il sistema di pesatura degli automezzi che giungevano ai due stabilimenti (Impresud ed Ecologia Iavazzi) in modo da far risultare una quantità di rifiuti di gran lunga superiore a quelli effettivamente trasportati: in questo caso l'aggravio per le casse comunali dei comuni di Caserta, San Nicola la Strada e Maddaloni. Sorbo nella sua qualità di responsabile della gara per il Comune di Caserta, avrebbe favorito la ditta di Iavazzi nell'ambito di una precisa procedura.

Il tribunale ha anche deciso un risarcimento pari alle somme truffate nei confronti dei Comuni di Caserta e Maddaloni che si sono costituiti parte civile.

Per quanto riguarda la stessa vicenda contestata per il Comune San Nicola la Strada, i magistrati avevano già pronunciato sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione (le contestazioni della Procura risalgono al periodo 2011-2013) con il dissequestro e la restituzione a Iavazzi di 662mila euro. L'indagine fu anche caratterizzata da un sequestro preventivo per oltre due milioni di euro eseguito dai carabinieri nei confronti di Francesco lavazzi, amministratore unico della Impresud Srl e della Ecologia lavazzi Srl., ditte specializzate nel servizio di smaltimento rifiuti di natura organica provenienti dalla raccolta differenziata. Da qui l'incriminazione per Iavazzi dei reati di falso e truffa aggravata ai danni dei comuni di Caserta, Maddaloni e San Nicola La Strada. 

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Secondo le indagini della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, Iavazzi aveva messo in piedi un sistema truffaldino mediante il quale erano sistematicamente alterati i dati inerenti i quantitativi del rifiuto contrassegnato dal codice Cer 2001008 (ovvero umido/organico), conferiti dai comuni di Caserta, San Nicola La Strada e Maddaloni allo stabilimento della ditta Ecologia lavazzi. Attraverso l'alterazione del sistema di pesatura degli automezzi che arrivavano agli stabilimenti dell'imprenditore, veniva attestato il conferimento di quantitativi di rifiuti di gran lunga superiori a quelli effettivamente trasportati, con evidente aggravio per le casse comunali, dal momento che per quel tipo di rifiuto era previsto un costo di smaltimento particolarmente elevato, senza possibilità di ritorno economico alcuno per l'Ente locale.

Il processo è stato caratterizzato da diverse testimonianze e una produzione di documentazione tecnica. Le motivazioni della sentenza - alla quale si prevede un ricorso in appello della difesa, rappresentata dal penalista Gennaro Iannotti - saranno depositate in novanta giorni. 

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