Caserta, negata la pensione in anticipo
per gli operai esposti all'amianto

Caserta, negata la pensione in anticipo per gli operai esposti all'amianto
di Enzo Mulieri
Venerdì 19 Giugno 2020, 09:01 - Ultimo agg. 10:37
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Il rischio amianto è un problema all'ordine del giorno, oggi più che mai in tempi di emergenza sanitaria. All'ex Firema, ovvero Tfa (lo stabilimento del mater ferro di San Nicola), le preoccupazioni che vengono avanzate da parte dei lavoratori già addetti alla bonifica dei capannoni (eternit) riguardano la tutela della salute; subito dopo, al centro delle loro rivendicazioni, c'è pure il rispetto delle norme in materia pensionistica che sembrano sinora disattese.

Il caso più eclatante è stato denunciato ieri mattina dai sindacati e dagli operai dinanzi al Palazzo di Governo di Caserta. Vede come protagonisti circa 70 dipendenti che hanno maturato un diritto, per ora solo teorico, previsto dalla legge 205 del 2017 di anticipare l'accesso alla pensione almeno fino a 5 anni e mezzo, sulla base della legge 205 del 2017.

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Al momento, però, nessuna istanza prodotta dagli interessati è andata a buon fine, malgrado il monitoraggio effettuato in tal senso dall'Inail, corredato dalle certificazioni apposte dall'Inps sia a livello regionale che territoriale. Un blocco inspiegabile e ingiustificabile, insomma, quello che si è determinato per l'ex Firema ma anche per tante altre aziende del settore e che ha spinto Fim, Fiom e Uilm a richiedere un intervento chiarificatore della Prefettura proprio all'indirizzo del Ministero del lavoro guidato da Nunzia Catalfo.

«Non mi viene accettata la domanda per la pensione- sottolinea il delegato della Fim Cisl, D'Agostino- perché mi vengono riconosciuti solo 38 anni di lavoro, quando secondo la legge ho accreditato in termini contributivi ben 44 anni ai fini previdenziali». Toni accesi, in piazza Vanvitelli, li usa Benedetto Razzano delegato della Fiom. «La norma stabilisce un apposito beneficio (per la seconda volta negli ultimi decenni) per quanti risultano già esposti all'amianto- cosi riferisce- ebbene tutti gli enti hanno effettuato i dovuti controlli, tutte le procedure sono state portate a compimento, ma la questione è tutt'altro che risolta. A quanto pare il Governo non può venire incontro a tante aspettative legittime in mancanza di fondi, risorse che pure sono state stanziate dall'Unione Europea».
 


In condizioni ancora peggiori, peraltro, si ritrovano i colleghi dell'ex Firema di Tito, in mobilitazione nei giorni scorsi, che sono senza pensione e per di più senza lavoro.
Una beffa, in altre parole. Il 20 dicembre dello scorso anno si tenne a Roma una manifestazione sulla controversia-amianto, di risposte neanche a parlarne pure agli inizi di quest'anno nel vertice che si tenne al Ministero del lavoro. Di qui l'ultima presa di posizione delle segreterie sindacali a maggio. «Mentre ci si prepara lentamente alla ripartenza, appare incomprensibile quanto succede. Anziché riannodare un confronto bruscamente interrotto a gennaio, il Ministero non ha risposto nemmeno all'ultima richiesta di convocazione del 20 aprile scorso».

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