Dall'udienza del processo sulla realizzazione del centro commerciale Jambo, spunta un nuovo procedimento penale su alcune presunte infiltrazioni dei Casalesi al Comune di Trentola Ducenta. La circostanza è emersa dalla richiesta della Procura antimafia di risentire l'ex assessore ai Lavori pubblici di Trentola, Luigi Cassandra oggi collaboratore di giustizia. In particolare, il pubblico ministero della Dda al processo che si celebra davanti ai giudici del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere vuole approfondire su una serie di circostanze dopo la recente testimonianza dell'ex sindaco Michele Griffo e i rapporti tra quest'ultimo e Cassandra, anche riguardante alcuni messaggi che all'epoca dei fatti si sarebbero scambiati. Si tratta dei contenuti dei messaggi che Griffo e Cassandra si sarebbero inviati fino al 2015.
Ma non è tutto. L'accusa ha chiesto inoltre di sentire alcuni testimoni su una serie di circostanze dopo le dichiarazioni dell'ex sindaco Michele Griffo e, in particolare, in merito alla realizzazione di lavori edili svolti nel comune di Trentola Ducenta nonché di verificare alcuni permessi rilasciati a Gaetano Balivo fratello di Salvatore Balivo ex socio di Alessandro Falco della società Cis Meridionale-Jambo.
L'inchiesta della Dda, si basa sulle dichiarazioni di pentiti come Nicola Schiavone (figlio di Francesco Schiavone detto Sandokan, in carcere da 24 anni) e da Luigi Cassandra, già assessore ai Lavori pubblici di Trentola Ducenta che aveva sempre avuto screzi con l'ex primo cittadino trentolese soprattutto dopo la revoca dell'incarico firmata da Griffo. Il pm antimafia ha chiesto di sentire come testi il luogotenente Antonio Riccardelli del Pef di Napoli; il maresciallo maggiore Giuseppe Gagliardi e l'ingegnere Renata Tecchia che per poco più di un anno dal 2016 al 2017 fu responsabile dell'urbanistica a Trentola Ducenta nominata dalla commissione prefettizia dopo lo scioglimento del comune. Dovrà riferire sui titoli abilitativi illegittimi rilasciati a delle società riferibili a Gaetano Balivo. Il boss Zagaria, secondo l'accusa, si sarebbe servito per anni del Comune di Trentola Ducenta, sia da un punto di vista amministrativo che da un punto di vista politico, per far emettere licenze e delibere finalizzate ad ampliare a dismisura il centro commerciale Jambo, finito poi anche sequestrato. Ci sarebbero state una serie di connivenze che avrebbero consentito alla fazione Zagaria del clan dei Casalesi di godere di piaceri amministrativi per trasformare il parco dello shopping che il gip ha definì «la creatura economica» del padrino di Casapesenna.