Scempio a lago Patria, spianata l'ultima duna

Indaga la Guardia Costiera, denuncia contro ignoti

La duna spianata a Lago Patria
La duna spianata a Lago Patria
di Vincenzo Ammaliato
Martedì 16 Maggio 2023, 08:01
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Uno dei principali problemi ambientali del litorale domizio è l'erosione delle spiagge, che taglia di anno in anno decine di metri di linea di costa, in alcuni punti facendo ingoiare al mare interi stabilimenti balneari e anche ville e palazzine, che quando furono costruite erano distanti dal bagnasciuga fino a duecento metri. Principale motivo dell'erosione è lo sbancamento delle dune marittime, effettuato in maniera abusiva soprattutto fra gli anni 60 e 70 del secolo scorso, per fare spazio a costruzioni edili in sfregio a ogni regola ambientale e urbanistica. Ma la lezione non è bastata. Perché ancora nel 2023 sulla costa Nord di Napoli c'è chi sale su un escavatore e decide di distruggere le dune per fare spazio questa volta non si sa bene a cosa, se non a scempio e degrado. È successo alla foce destra del Lago Patria, in territorio di Castel Volturno. Ma soprattutto siamo nell'area di pertinenza dell'Ente Riserve regionale che è anche Zsc, acronimo di zona speciale di conservazione. Insomma, uno spazio dove per proteggere l'ecosistema non era possibile neanche camminare sulla duna. E invece, almeno 3mila metri quadri della preziosa protezione della costa sono letteralmente spariti, inghiottiti da prepotenza e scelleratezza.
Giovanni Sabatino, presidente dell'Ente Riserve, ha presentato una denuncia alla Procura e ha comunicato l'episodio al municipio di Castel Volturno. Ma l'ha dovuto fare verso ignoti. Avvisato dello scempio, si è recato domenica sera sul posto e non ha potuto fare altro che constatare il danno già eseguito. I residenti dei due parchi residenziali che si trovano subito dopo la spiaggia, il Flavio Gioia e il Seit, dicono di non essersi accorti dei lavori, che forse sono stati eseguiti durante i giorni di mal tempo, in modo che il vento e il mare mosso coprissero i rumori dell'escavatore. Mentre la guardia costiera fa sapere che già era a conoscenza dello sbancamento e che ha avviato delle indagini per risalire ai responsabili. Ma quale può essere l'interesse nello spianare la spiaggia, forse recuperare spazio per nuove concessioni demaniali? «Assolutamente no - risponde il presidente Sabatino - questa è un'area Zsc e in nessun caso qui potrebbe nascere uno stabilimento balneare. L'operazione compiuta oltre che demoralizzante, perché restituisce comportamenti illegali e danni all'ecosistema che immaginavamo superati e non più replicabili, è anche incomprensibile dal punto di vista dell'interesse ricercato dai malfattori che l'hanno portata avanti. In ogni caso, sono certo che le indagini saranno serrate e porteranno all'individuazione dei responsabili, che risponderanno di quello che hanno fatto anche in sede penale».


Sono pochissimi gli spazi dove nei ventisette chilometri lineari di costa di Castel Volturno resiste ancora la duna marittima: all'Oasi dei Variconi e piccoli tratti fra Bagnara e Baia Verde. Al Lago Patria adesso ne è rimasta una parte molto piccola. Le dune non sono semplici accumuli di sabbia che proteggono la linea di costa, ma delle entità che ospitano una vita straordinaria dal punto di vista della botanica, con fauna e flora in alcuni casi unica ed estremamente preziosa. Qui nasce e cresce il giglio di mare, un fiore che spunta in pochissime spiagge italiane, solo in Sardegna e appunto a Castel Volturno. Sempre qui nidifica il fratino, uccello in via d'estinzione.
Gli ornitologi contano in tutta Italia ormai pochissime coppie che nidificano, e un paio di dozzine lo fanno proprio sulle dune di Castel Volturno.

Ma tutto questo patrimonio di biodiversità non interessa evidentemente ai malfattori che si sono "scagliati" contro la duna del Lago Patria, dimostrando ancora una volta che il bene comune sulla domiziana spesso è considerato proprietà privata, e come tale si può usare come meglio si ritiene.

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