Il boss latitante Raffaele Piscitelli arrestato in un casolare a Dugenta

Blitz a Dugenta, l'uomo deve scontare 12 anni di galera

L'arresto del boss latitante Raffaele Piscitelli
L'arresto del boss latitante Raffaele Piscitelli
di Luisa Conte
Giovedì 30 Novembre 2023, 08:55 - Ultimo agg. 11:43
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La sua latitanza è finita in un casolare di campagna di Dugenta, nel Beneventano, ieri intorno a mezzogiorno, proprio mentre il ministro della Giustizia Carlo Nordio stava arrivando ad Aversa per l'inaugurazione di tre nuove aule del tribunale di Napoli Nord. Raffaele Piscitelli, 55 anni, di San Felice a Cancello, è stato ammanettato dagli agenti della Squadra mobile diretti dal dottor Dario Mongiovì in un blitz coordinato dal questore di Caserta Andrea Grassi. Erano circa otto mesi che "'o cervinaro"era ricercato, e precisamente dal 14 marzo quando nei suoi confronti fu emessa dalla Corte di Cassazione la condanna definitiva a 18 anni e 4 mesi perché ritenuto responsabile dei reati di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti aggravata dal metodo mafioso, oltre che di detenzione di armi e di intestazione fittizia.

Piscitelli è considerato dalla Dda il reggente del clan Massaro nella Valle di Suessola, zona che comprende i comuni di San Felice a Cancello, Cervino e Santa Maria a Vico, dove il clan controlla il giro di estorsioni, le piazze di spaccio, il traffico di droga e il "business" dell'usura. Il boss adesso dovrà restare in cella 12 anni e 7 mesi, avendo già scontato parte di pena prima della scarcerazione avvenuta tre anni fa.
Il 55enne si era dato alla fuga subito dopo la condanna.

Da allora la polizia si è messa sulle sue tracce. Nell'ultimo periodo tanti gli indizi che hanno concentrato le attenzioni degli investigatori sulla zona al confine tra il Casertano e il Beneventano. E ieri mattina, l'operazione è scattata poco dopo le ore 12, quando gli operatori hanno individuato la presenza del latitante in quel casolare di campagna con tanto di attrezzi agricoli, mimetizzato nell'ambiente rurale. Ben 50 agenti del Nucleo investigativo di Caserta e del servizio centrale operativo hanno circondato l'area e al momento opportuno hanno fatto scattare il blitz.

Il boss ha tentato di scappare e ha opposto non poca resistenza: è stato necessario bloccarlo con forza per ammanettarlo.
Nell'operazione sono stati sequestrati due fucili con relativo munizionamento, una cospicua somma di denaro e mezzo chilo di cocaina. Piscitelli non era da solo in quel casolare. I proprietari dell'immobile, un 58enne e una 56enne, sono stati condotti in Questura per accertamenti, poi arrestati con l'accusa di favoreggiamento alla latitanza del narcotrafficante: marito e moglie attenderanno nella loro residenza di Dugenta la convalida dell'arresto. Per Piscitelli ieri sera si sono, invece, aperte le porte del penitenziario di Benevento.

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La notizia della cattura ha fatto non poco rumore e ha suscitato molti commenti. A intervenire il prefetto di Caserta, Giuseppe Castaldo, che ha espresso «soddisfazione e apprezzamento al questore Andrea Grassi e agli agenti coinvolti nell'operazione per l'eccellente attività svolta. Ancora una volta - si legge in una nota - grazie ad una complessa attività investigativa e al capillare controllo del territorio, è stato raggiunto uno straordinario risultato per la sicurezza dei cittadini ed il contrasto alla criminalità organizzata in provincia di Caserta». Anche Gianpiero Zinzi, deputato della Lega e componente della commissione Antimafia, ha espresso «un ringraziamento alle donne e agli uomini della questura di Caserta che hanno localizzato e arrestato il super latitante. Questa operazione fa bene alla Campania e al Casertano. Un segnale importante per ribadire che lo Stato c'è».

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