Coronavirus, i commercianti di Caserta
pronti alla guerra per lo stop alle consegne

Coronavirus, i commercianti di Caserta pronti alla guerra per lo stop alle consegne
di Daniela Volpecina
Lunedì 30 Marzo 2020, 08:21 - Ultimo agg. 10:56
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Subito la ripresa del servizio di food delivery per risollevare le sorti di almeno seimila attività commerciali della provincia di Caserta. Continua il pressing di ristoranti, pub, pizzerie e pasticcerie sul presidente della Regione, Vincenzo De Luca. Chiedono la sospensione dell'ordinanza che vieta la consegna di cibi e bevande a domicilio. Uno stop che sta alimentando una crisi economica che gli addetti ai lavori definiscono incalcolabile.

«Non comprendiamo i motivi di questa scelta fa notare Paolo Zito, titolare della pizzeria Del Casertano in viale Lincoln - che rischia di far collassare un gran numero di attività di somministrazione. Siamo chiusi da tre settimane e stiamo subendo perdite ingenti, riattivare il food delivery, con tutte le misure sanitarie previste, consentirebbe a noi commercianti di avere una boccata di ossigeno, permetterebbe a tanti giovani di essere assunti come rider, contribuirebbe a rimettere in moto l'economia anche perché la nostra categoria peserebbe in misura minore sullo Stato rispetto ad ora e soprattutto potremmo garantire un servizio a tanti cittadini portando loro piatti pronti fino a casa». «Con queste misure così rigide stanno cancellando i sacrifici e il lavoro di venti anni è il grido di allarme che arriva da Anna Chiavazzo, titolare del bar pasticceria Il Giardino di Ginevra in via Maielli penso di poter parlare a nome di una intera categoria quando dico che se non moriremo di coronavirus, moriremo sicuramente di fame. Ho compreso fin dal primo giorno la necessità di chiudere il bar in quanto possibile luogo di assembramento, non riesco invece ancora a capacitarmi dello stop imposto al laboratorio e della disparità di trattamento tra un panificio e una pasticceria che tra l'altro sta innescando anche meccanismi di concorrenza sleale. La crisi si supera se chi ci governa adotterà misure eque e ponderate ma servono atti immediati».
 


«Rappresentiamo il tessuto fondamentale dell'economia campana aggiunge Michele Della Rocca titolare del ristorante Antica Hostaria Massa di via Mazzini e potremmo contribuire alla ripresa se ci mettessero nelle condizioni di farlo. Il mio è un ristorante tradizionale ma sarei pronto a convertire la produzione e ad attrezzarmi per le consegne a domicilio se le ordinanze lo consentissero. Più lontana sarà la riapertura, più lontana e difficile sarà la ripresa». Al Presidente De Luca ha scritto anche la nota start up Alfonsino, specializzata nelle consegne a domicilio di alimenti e bevande, e attiva in cinque regioni d'Italia. «È paradossale racconta Domenico Pascarella, uno dei soci dell'azienda che proprio nel momento in cui nel resto del Paese questo settore fa registrare un incremento del fatturato del 40%, con un aumento progressivo di nuovi utenti che per la prima volta si avvalgono del food delivery apprezzandone benefici e vantaggi, la Campania decida di sospendere il servizio con conseguenze drammatiche per i ristoratori e disagi enormi per i cittadini». «Sono circa 80mila in media gli utenti campani che, almeno fino a febbraio scorso, si rivolgevano a noi - spiega Dario Rauccio, responsabile marketing di Alfonsino con le restrizioni entrate in vigore nelle ultime settimane potremmo soddisfare una domanda ancora maggiore rispondendo ad una esigenza reale. Basti pensare agli anziani, a chi vive solo, a quei lavoratori che stanno svolgendo un servizio pubblico».

Ha sposato la causa anche il consigliere regionale Gianpiero Zinzi: «L'ordinanza, di dubbia legittimità, emanata da De Luca denuncia è una vera contraddizione in termini.
Lo stop al servizio avrebbe un senso se l'asporto fosse vietato in tutti i casi invece in Campania si vieta alle attività di somministrazione di consegnare cibo da asporto ma si consente ai supermercati e ai grandi colossi come Amazon di consegnare buste della spesa e pacchi. Far ripartire il food delivery significa dare una opportunità di ripresa a tanti ristoratori che rischiano il collasso e far ripartire l'economia dell'intera regione». 

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