Comune di Carinaro sotto attacco
degli animalisti: «Affama i cani»

Comune di Carinaro sotto attacco degli animalisti: «Affama i cani»
Venerdì 6 Luglio 2018, 18:39 - Ultimo agg. 18:40
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CARINARO - La Lega nazionale in difesa del Cane attacca il Comune di Carinaro.

Nei giorni scorsi, in un condominio del paese nel casertano, è comparso un avviso su carta intestata del Comune e a firma del Responsabile della Polizia Municipale, il capitano Ferdinando Coppola. In tale avviso, il capitano Coppola invita i condomini a non dare da mangiare ai randagi per la salvaguardia della pubblica e privata incolumità. La Presidente nazionale di LNDC – Animal Protection, Piera Rosati, ha scritto al Commissario Prefettizio di Carinaro chiedendo se tale iniziativa fosse condivisa dall’amministrazione o se fosse una battaglia personale del vertice della Polizia Municipale e ricordando le basi delle responsabilità istituzionali.

«Non è la prima volta che un’amministrazione comunale cerca di affamare i randagi», afferma Piera Rosati, «e come al solito non staremo a guardare. Tutti i cani hanno un proprietario e, nello specifico, i cani randagi sono di proprietà del Comune che deve garantire il loro benessere e la loro salute. In questa circostanza, come in tante altre, sono invece i cittadini ad assicurare cibo, acqua e antiparassitari a questi animali mentre un rappresentante dell’Ente vorrebbe vietare loro di alimentarli, andando contro tutte le leggi nazionali e locali a tutela degli animali». 

«Affamare i cani non è la soluzione al problema del randagismo, piuttosto può essere la causa di una denuncia per maltrattamento e abbandono. Le uniche soluzioni al randagismo sono maggiori controlli sui cani di proprietà da parte proprio della Polizia Municipale, per verificare che siano regolarmente registrati in anagrafe canina, e la sterilizzazione dei cani senza proprietario – e quindi del Comune – affinché non si riproducano. Idealmente, sarebbe anche opportuno incentivare la sterilizzazione dei cani padronali in modo da evitare cucciolate indesiderate», conclude Rosati.
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