Concerto dei Jethro Tull e corteo, data contesa tra rock e tradizione

Il primo luglio è la data della processione tradizionale

La raccolta di firme contro il concerto
La raccolta di firme contro il concerto
di Nadia Verdile
Lunedì 20 Febbraio 2023, 08:23 - Ultimo agg. 15:54
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Sit in di protesta e gazebo per raccogliere firme ieri mattina a San Leucio. In via Planelli, sotto lo sguardo vigile dell'arco borbonico, al quartiere Trattoria, la tensione era palpabile e il dispiacere pure. «Non è possibile dice il presidente del Corteo Storico, Donato Scialla che la mano destra non sappia cosa fa la sinistra. Dal 1978, senza soluzione di continuità se non quella imposta dalle restrizioni per la pandemia, l'ultima domenica di giugno nel borgo di San Leucio va in scena l'imponente corteo storico. Una rievocazione che negli anni è stata sempre più di qualità e che porta qui migliaia di turisti e visitatori. Ebbene, nelle stesse date in cui è previsto il Corteo Storico l'amministrazione comunale ha autorizzato altre manifestazioni al Belvedere, come se fosse ignara di quanto in questa città accade, come se non sapesse che da quarantacinque anni c'è questa storica rievocazione».

In primavera per il Corteo Storico arriverà anche l'ambitissimo riconoscimento di Patrimonio Immateriale nazionale, promosso dal Servizio VI della Direzione Generale Belle Arti e Paesaggio e dall'Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero della Cultura.

Sarebbe dunque un ossimoro clamoroso registrare che da una parte c'è il riconoscimento nazionale e dall'altro l'impossibilità di dare vita al Corteo.

«E non è tutto aggiunge il presidente della Pro Loco Domenico Villano perché nel giorno della storica processione in onore di Maria santissima delle Grazie, il 1° luglio, al Belvedere si terrà il concerto dei Jethro Tull. Mi chiedo come sia possibile non sapere che dal 1961, da sessantadue anni quindi, il 1° luglio, da sempre con inizio alle 19, c'è questo momento religioso così fortemente sentito che termina non prima delle 22, proprio al Belvedere, con i fuochi pirotecnici. Insomma con un colpo di spugna quest'anno vengono meno le nostre tradizioni, la nostra storia, la nostra cultura del territorio».

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Nella petizione presentata per la raccolta firme partita ieri mattina si legge: «La petizione è promossa dalla Proloco Real Sito di San Leucio e dall'Associazione Corteo Storico di San Leucio come segno di protesta nei confronti dell'Amministrazione Comunale di Caserta che, senza preavviso, ha deciso di accogliere nel Belvedere un concerto di un gruppo musicale di fama internazionale il giorno 1° luglio 2023. Al responsabile della manifestazione, ai dirigenti del complesso monumentale e al sindaco che rappresenta la comunità casertana, i sottoscritti elevano il loro più grande disappunto per la scelta scellerata e poco attenta rispetto alla festività religiosa di San Leucio che tiene la processione dedicata a Maria santissima delle Grazie ogni 1° luglio dal lontano 1961. Si chiede dunque alla cittadinanza di partecipare alla protesta apponendo la propria firma nei fogli allegati, nell'intento di sostenere e dare forza alla presente istanza che sarà presentata al sindaco di Caserta». Eppure, proprio due settimane fa il comune di Caserta aveva annunciato di voler realizzare un calendario unico di eventi da realizzare in città, valido per l'intero 2023, attraverso la pubblicazione, nei prossimi giorni, di un avviso pubblico per raccogliere tutti i progetti proposti dalle associazioni culturali, con lo scopo di realizzare un coordinamento tra tutte le iniziative da mettere in campo sul territorio comunale.

«L'avviso non è ancora stato pubblicato sottolinea il vicepresidente dell'Associazione Corteo Storico Fabrizio Visconte - ma gli eventi sono stati già programmati e i nostri non sono proprio stati considerati. Eppure si tratta di iniziative storiche conosciute ben oltre i confini della regione a cui lo stesso sindaco Marino ha partecipato indossando abiti del settecento. Abbiamo sempre curato, a spese nostre, tante iniziative per la promozione del borgo. Ora si dimenticano di noi».
 

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