Covid a Caserta, in quarantena 9 professori
e 38 alunni: i giorni della paura al Giannone

Covid a Caserta, in quarantena 9 professori e 38 alunni: i giorni della paura al Giannone
di Ornella Mincione
Martedì 30 Novembre 2021, 07:17 - Ultimo agg. 21:07
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Nove docenti e 38 alunni sono in quarantena nella stessa scuola, l'istituto Giannone, frequentata dai figli del paziente infetto dalla variante Omicron del Covid. Potranno rientrare lunedì, se avranno esito negativo al tampone, i bambini delle due classi poste in quarantena dopo il riscontro della positività di uno dei figli dell'ingegnere casertano infetto da Covid con variante Omicron. A Caserta tutta via non si parla di altro. Mamme in alta tensione. Voci che si rincorrono. Ma domina soprattutto il fatto che la famiglia contagiata dalla variante Omicron del Coronavirus sta bene in salute, sintomi lievi che non hanno portato grosse difficoltà, soprattutto grazie ai benefici effetti della vaccinazione. 

«Certo siamo in allerta ma è tutto sotto controllo e le famiglie hanno ricevuto tutte le risposte che cercavano», spiega il dirigente scolastico dell'istituto comprensivo statale, Maria Bianco.

Già prima che girasse la notizia della variante, anzi, all'inizio del rientro a scuola dal lockdown, «la nostra scuola è stata dotata di sanificatori ad aria in tutte le aule e i nostri collaboratori puliscono con i prodotti indicati dall'Asl - spiega la preside -. Intanto, proprio sabato abbiamo allertato la ditta per la sanificazione delle due aule frequentate dai due bambini figli del signor che è stato contagiato in Africa. La pulizia radicale delle aule è stata effettuata nella giornata di domenica».

Ma come stanno le cose? «Intanto - risponde la dirigente - attendiamo notizie dall'Asl ma sappiamo che per ora l'Azienda sanitaria ha imposto la quarantena fino a venerdì e quindi i bambini potranno tornare lunedì solo se hanno un esito negativo al tampone che verrà eseguito». La situazione tra le due classi però non è uguale. Dei due fratelli chi è risultato positivo è stato il fratellino più grande. La sorellina, nella classe precedente, è stata posta in isolamento come contatto diretto. Lei infatti risultò negativa al primo tampone del 16 novembre, poi è risultata positiva circa una settimana dopo quando era già a casa e dunque isolata rispetto ai compagni, che naturalmente in situazione di negatività non avrebbe potuto infettare. 

Ecco perché gli alunni della classe della sorellina hanno continuato a frequentare la scuola sottoponendosi però al tampone ogni cinque giorni, così come prevede la normativa. Da ieri però la misura precauzionale della quarantena è stata applicata anche alla classe della sorellina, risultata infetta in un secondo momento. Dalla classe del fratellino più grande, invece, alunno positivo che è stato all'origine della quarantena per l'intera classe, emergono alcune polemiche, non contro la scuola ma contro l'azienda sanitaria che, a detta di alcune mamme, non ha chiamato tutti gli alunni per il tampone di controllo in tempo utile.

«Da sabato non siamo stati ancora contattati per accompagnare nostro figlio per il tampone - ha scritto ieri sui social la madre di un compagno del figlio del paziente zero -. Per motivi precauzionali ieri mattina ci siamo recati dove abbiamo saputo che sono stati indirizzati anche gli altri genitori ma ci hanno risposto che il nominativo del bimbo non risulta. Quindi, niente tampone. Faccio presente - continua la mamma - che sono una docente, che nel dubbio potrebbe essere rischioso recarmi al lavoro, ma niente: dobbiamo attendere la telefonata giusta».

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Non finisce qui il racconto polemico della signora. «Abbiamo cercato - scrive - di contattare i numeri indicati dall'Asl per queste circostanze, ma nulla, rimbalzo da Pinko a Panko, qualcuno più saputello, o semplicemente seduto sulla poltrona più grande, si meraviglia e mi rimanda ad un altro numero». Poi precisa, «resto in attesa, a casa, in malattia, perché tra l'altro a scuola mi dicono che eventuale congedo mi può essere concesso solo a discrezione della dirigente».

La mamma se la prende anche ancora con la Asl e con la città: «Caserta batte un altro primato, quello della vergogna delle vergogne sulla gestione delle emergenza sanitarie». Il momento di tensione e paura fa dimenticare che la provincia di Caserta è tra le quelle dove la campagna vaccinale è stata portata avanti con maggiore sueccesso e velocità.

Comunque, motivo di maggiore serenità per la classe della figlia del paziente zero è dovuto al fatto che la bambina era negativa al momento dell'isolamento, più agitazione traspare invece dagli umori della classe del bambino risultato positivo già dal 16 novembre. Ciò che conforta è che il virus non ha contagiato la famiglia in modo aggressivo dando sintomi importanti: . Nel frattempo i piccoli continuano l'attività didattica in Dad e, se negativi, potranno rientrare in aula dal prossimo lunedì.

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