Carcere di Santa Maria Capua Vetere:
«Medici e infermieri ostaggio dei detenuti»

Carcere di Santa Maria Capua Vetere: «Medici e infermieri ostaggio dei detenuti»
di Mary Liguori
Mercoledì 8 Settembre 2021, 09:31 - Ultimo agg. 9 Settembre, 09:25
4 Minuti di Lettura

Nuova emergenza nel penitenziario di Santa Maria Capua Vetere. Nuova, per modo di dire, perché la carenza di personale sanitario nel carcere casertano sembra datata a leggere le note delle sigle sindacali che denunciano «continue aggressioni» ai danni degli operatori sanitari da parte dei detenuti. I sindacalisti, in una nota divulgata ieri, hanno anche lamentato, oltre la carenza di personale, l'inadeguatezza degli spazi evenienze che, a dire degli addetti ai lavori, «compromettono seriamente sia l'operatività dei sanitari che la serena permanenza e il recupero stesso dei detenuti». La nota divulgata ieri parla di operatori sanitari «stressati» che «non ce la fanno più» e annunciano che, dopo l'ultima aggressione, avvenuta venerdì, «chiederanno una rotazione del personale con richiesta di trasferimento in caso di mancato intervento da parte delle amministrazioni preposte». «I sanitari - a dire dei sindacalisti - sono abbandonati, ospiti nelle strutture carcerarie in cui lavorano e spesso sono costretti ad operare in situazioni di disagio e senza alcuna protezione».

La Cisl Fp e la Ust Cisl Caserta, attraverso i segretari provinciali Franco Della Rocca e Nicola Cristiani, e i segretari territoriali, «hanno scritto al prefetto di Caserta, al direttore generale dell'Asl Caserta, al Dap Campania, al direttore sanitario dell'Asl Caserta e al direttore Uoc Tutela Salute in Carcere Asl Caserta e fanno richiesta di convocazione di un tavola per la sicurezza degli operatori».

I sindacati di Caserta denunciano l'ennesimo episodio di grave aggressione commesso ai danni di una infermiera, picchiata mentre era intenta a svolgere il proprio lavoro all'interno della casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere. 

L'aggressione, secondo quanto reso noto, è stata commessa da un detenuto che la donna stava soccorrendo. Il tutto avviene all'interno di un istituto che, da mesi, attraversa la bufera giudiziaria e mediatica legata allo scandalo dei pestaggi avvenuti il 6 aprile del 2020 nel reparto Nilo per i quali, dal giugno scorso, sono indagati un centinaio di agenti di polizia penitenziaria e diversi dirigenti del Dap. «Dobbiamo dire - continuano i sindacalisti - che questa aggressione, purtroppo, non ci ha sorpresi minimamente, siamo impegnati da mesi a denunciare le difficili condizioni in cui operano i sanitari che si occupano di salute all'interno delle Carceri in provincia di Caserta». 

Video


Venerdì scorso «c'è stato l'ennesimo incontro con il direttore sanitario della Asl di Caserta e il direttore della Uoc tutela salute in carcere, nel quale - spiegano i segretari delle sigle sindacali - abbiamo ribadito che il personale sanitario, sia del comparto che della dirigenza, è insufficiente». «Le strutture in cui operano i sanitari non garantiscono la sicurezza e il normale operato dei professionisti. I locali di stazionamento sono inidonei e il clima organizzativo è pessimo. Tutte condizioni, queste ultime, che favoriscono la nascita di tensioni e malumori tra il personale sanitario e i detenuti. A causa di queste inefficienze, i detenuti si vedono negare azioni di assistenza, cura, riabilitazione e rieducazione. Mentre, i pochi operatori sanitari presenti, sono costretti a farsi carico di molteplici esigenze e richieste sia di tipo sanitario che sociale, il più delle volte soddisfatte con grossa difficoltà e a rischio della propria incolumità».

«Solo un clima organizzativo idoneo, un gruppo multidisciplinare di professionisti e un'adeguata presenza di operatori sanitari può determinare un vero mutamento all'interno delle carceri». Per le sigle sindacali non può più essere rimandata la convocazione di «un tavolo istituzionale di confronto per la tutela e la sicurezza degli operatori sanitari. Ci appelliamo alla sensibilità e alla spiccata operatività del prefetto, per chiedere la convocazione del tavolo istituzionale, allo scopo di riportare al centro delle nostre azioni e attenzioni, la sicurezza degli operatori e la tutela della salute dei detenuti e l'auspicata riabilitazione sociale degli stessi». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA