Macrico, deposto il «fante»
per «Vincere con l'arte ogni destino»

Macrico, deposto il «fante» per «Vincere con l'arte ogni destino»
di Nadia Verdile
Martedì 7 Giugno 2022, 09:12 - Ultimo agg. 10 Giugno, 22:03
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Il Macrico diventa protagonista de «I tesori nascosti della Campania», l'iniziativa della Rete dei licei artistici della regione che, attraverso percorsi interdisciplinari, invita a progettare la valorizzazione dei siti artistici territoriali di interesse storico-culturale. Se n'è occupato il liceo artistico San Leucio che stasera presenterà «Vincere con l'arte ogni destino». Il nome dell'evento nasce dalla scritta «Per vincere col fante ogni destino», presente solo in parte e poi ricostruita filologicamente dalle studentesse della quinta C, all'interno della ex Caserma Sacchi, un tempo residenza del vescovo, inizio dell'area Macrico dal lato di Falciano. 

Quella frase fondata sul mito della guerra e del valore della lotta armata è stata scomposta e trasformata in un messaggio di pace e di rinascita culturale e artistica sostituendo all'idea di guerra plasmatrice del destino quella dell'arte come nuova prospettiva di salvezza e di vita, esattamente come preannunciato nel Manifesto sul Macrico del vescovo Pietro Lagnese, da Campo di Marte a Campo di vita, campo di pace.

Le parole che cambiano il mondo, come quelle pronunciate nel Te Deum di sei mesi fa, come quelle che cambiano il volto alla storia, svestendo i panni dell'aggressione e indossando i veli leggeri della condivisione.

Così stasera video-installazioni, performance, passeggiate e un'emblematica azione performante per spalancare, metaforicamente e artisticamente, il cancello chiuso di cui il Comune ha perso le chiavi, il cancello che immette nel giardino che fu del vescovo, che divenne di Marte e che sarà dei cittadini. Il complesso della caserma Sacchi, che nel 2018 ritornò, con delibera di giunta, a chiamarsi Palazzo dei Vescovi è del Comune. «Con questa delibera spiegò il sindaco Carlo Marino abbiamo conferito la denominazione più consona a questo bellissimo edificio, che fa parte a pieno titolo della storia della città. Sul Palazzo dei Vescovi intendiamo investire, creando delle opportunità di sviluppo turistico al suo interno e mettendolo in rete con altri beni culturali della città».

Il nome cambiò, le opportunità di crescita, ad oggi, non ci sono state. «Un primo passo disse l'allora assessora ai servizi demografici, Dora Esposito per far conoscere maggiormente questa struttura e per valorizzarne la sua bellezza e il suo grande potenziale. Intendiamo puntare con forza sul complesso di via San Gennaro, che deve diventare punto di riferimento per l'intera città». Accadeva più di quattro anni fa ma di buone intenzioni è lastricata la strada per l'inferno. 

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Il Palazzo dei Vescovi è nella frazione Falciano. L'intera costruzione è composta da cinque corpi: il palazzo vescovile, il seminario, il conventino, il padiglione militare, i cosiddetti corpi ottocenteschi, per una superficie totale di quasi 16mila metri quadrati. La struttura fu acquisita e restaurata per 32 milioni di euro. Ospita, in un'ala, gli uffici anagrafe del Comune. Quello che fu il giardino del vescovo divenne Campo di Marte nel 1864 e poi Piazza d'Armi nel 1879. Dall'inizio del '900 l'area venne utilizzata saltuariamente per episodiche attività sportive da parte del 15° Reggimento Fanteria Savona. Nel periodo bellico, gli americani recintarono, per la prima volta, l'area con una rete metallica. Nel dopoguerra l'Esercito la cinse con un muro e la destinò a Magazzino centrale ricambi dei mezzi corazzati, da cui l'acronimo Macrico, operando fino agli anni Novanta. E intanto a luglio al Macrico arriverà il «Cinema in erba». 

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