Diecimila nuovi poveri: l'anno nero della crisi nel dossier della Caritas

Le criticità negli aiuti: manca il coordinamento

I poveri in una delle mense della Caritas
I poveri in una delle mense della Caritas
Giovedì 10 Novembre 2022, 06:29 - Ultimo agg. 11 Novembre, 10:44
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«Caserta e la sua provincia, non può sottacersi, è caratterizzata da politiche sociali che nel tempo non hanno affrontato i disagi secondo criteri di concreta efficacia, organizzazione e coordinamento». Così, con evangelica franchezza, si esprime il Dossier Povertà 2022 della Caritas Campania. Che riserva un intero capitolo alla Diocesi di Caserta, con in più un'indagine sulla povertà intergenerazionale (in pratica misurando quanto i figli si sentono più poveri dei genitori). Altri due capitoli, poi, si concentrano sul fenomeno migratorio nei territori delle Diocesi di Aversa e Capua. Vediamo i punti salienti.

Il Dossier Caritas non fa sconti: «Gli attori istituzionali di ogni livello e rappresentanza hanno concepito frequentemente interventi per lo più improntati all'assistenzialismo e ad azioni autonome e non coordinate tra loro e non volte alla rimozione delle cause del disagio. Ciò ha generato un'utenza le cui aspettative e pretese è di aiuti materiali e che impiega le proprie energie per cercare i vari fornitori di beni materiali e di elargizioni di danaro». E la soluzione non può essere rappresentata dal reddito di cittadinanza, perché «appare utile in alcuni casi ma, se erogato per lunghi periodi, potrebbe rappresentare un freno alla crescita lavorativa della persona»

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Sul territorio ci sono diecimila persone che non riescono ad arrivare a fine mese, e che per la maggioranza dichiarano di trovarsi in condizioni economiche peggiori rispetto a quelle della famiglia di origine. Peraltro le tipologie di povertà e criticità che attanagliano il territorio diocesano non si limitano, purtroppo, ai soli fattori economici: si diramano e ramificano, purtroppo, diventando mancanza o difficoltà di accesso alla salute, alla formazione scolastica, ad un rifugio o alloggio, ad una occupazione, ad infrastrutture sufficienti. «Dai 35 Centri d'Ascolto della Diocesi emerge una realtà molto preoccupante spiega Ugo Tuscolano, tesoriere della Caritas e coautore della parte dello studio relativa a Caserta alla quale stiamo cercando di porre rimedio in tutte le forme possibili.

Anche con il microcredito, che lo scorso anno abbiamo sviluppato in almeno 500 interventi».

Il conflitto in Ucraina e l'arrivo dei profughi in Italia rende ancor di più il territorio di Capua una seconda patria per i cittadini dell'est Europa, nel solco di una presenza radicata negli anni. Il rapporto Caritas ricorda le parole di Giovanni Paolo II durante la visita a Capua di trent'anni fa, tanto attuali anche in questi giorni: «Respingete come indegna dell'uomo ogni tentazione di rifiutare lo straniero: accogliere il debole, il povero, lo straniero è un precetto che fa parte del patrimonio spirituale dei cristiani e costituisce un aspetto decisivo della carità evangelica. Chiedo a voi cittadini di Capua, date un esempio! Lo chiedo a voi che avete una storia, non solo d'altri tempi, ma anche recente di accoglienza e di premurosa ospitalità». Il Santo Padre si riferiva alla decennale presenza del Campo profughi di Capua, il secondo d'Italia, destinato ai rifugiati dell'est comunista, ed alla emergente situazione di Castel Volturno. Che negli anni sarebbe diventata, ricorda la Caritas, la Soweto d'Italia. Lo ha ribadito lo scorso anno la ministra Lamorgese: «Castel Volturno è il simbolo di una cattiva gestione di problemi molto grandi. Lì abbiamo 35mila immigrati, di cui almeno 15mila non regolari. Per questi ultimi si può riflettere su eventuali rimpatri, ma è ovvio che non si tratta di persone arrivate da poco; sono migliaia infatti i migranti di seconda e terza generazione».

Ad Aversa, in via Roma, tra palazzi, strade e cemento, c'è uno spazio verde che rappresenta un segno di riscatto e dignità: è l'Opera San Leonardo, opera seme della Caritas diocesana, fattoria sociale nata grazie all'impegno di immigrati ed ex senza fissa dimora. La Caritas è protagonista anche in due altri importanti progetti: l'uno sulla grave marginalità (rivolto in particolare alle persone senza dimora), l'altro finalizzato al recupero degli autori di violenza fisica nelle relazioni familiari.
 

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