Fu ucciso perchè voleva un ruolo nel clan, dopo 30 anni finisce in cella lo specchiettista

Deve scontare una pena di 14 anni di reclusione per l'omicidio

Le indagini dei carabinieri
Le indagini dei carabinieri
Marilu Mustodi Marilù Musto
Venerdì 4 Agosto 2023, 16:38 - Ultimo agg. 5 Agosto, 17:46
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E' stato accompagnato in carcere perchè, dopo la sentenza, deve scontare ancora 14 di reclusione per un assassinio commesso a Vitulazio  la sera del 29 ottobre 1992. Si tratta di Domenico Buonamano di 61 anni di Santi Cosma e Damiano, per diverso tempo ritenuto uno degli elementi di spicco della "cellula" dei Casalesi sul territorio del Golfo laziale. Ad eseguire l'arresto nei confronti del 65enne, già sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, sono stati i carabinieri della compagnia di Formia e della stazione di Santi Cosma e Damiano. L'uomo deve scontare un fine per l'omicidio aggravato dal metodo mafioso, di Michele Borriello di 26 anni. Secondo l’accusa, Buonamano, insieme a Giovanni Di Gaetano, di 60 anni di Pastorano, avrebbe trasportato sul luogo del delitto il suo autore, Sebastiano Panaro di 51 anni di Casal di Principe, a bordo di un’auto rubata, poi data alle fiamme.

L’omicidio di Michele Borriello, conosciuto negli ambienti criminali della camorra casalese con il nomignolo di “Pellecchione”, sarebbe stato ordinato da Walter Schiavone, “Walterino”, di 60 anni di Casal di Principe.

La vittima avrebbe avuto alcuni problemi economici e pertanto avrebbe sollecitato di avere un maggiore peso nell’associazione a delinquere. Gli fu risposto di no e così l’uomo cominciò ad appropriarsi dei proventi dell’attività estorsiva eseguita per conto del clan dei Casalesi. Borriello fu ucciso mentre si trovava nei pressi di un rinomato locale di Vitulazio e non trovò scampo ai numerosi colpi di arma da fuoco, ben 11.

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