Cavallo morto alla Reggia di Caserta, è giallo: sul microchip risulta deceduto nel 2008

Cavallo morto alla Reggia di Caserta, è giallo: sul microchip risulta deceduto nel 2008
di Nadia Verdile
Sabato 15 Agosto 2020, 10:30 - Ultimo agg. 15:32
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Il cavallo che morì due volte. Si infittisce il giallo sul decesso alla Reggia. Si chiamava Foun Goal Pag, era un sauro, nato in Italia l'1 aprile 2002, aveva come numero di microchip 985100009859104, passaporto AF2758, suo allevatore Giuseppe Panzera. Dall'anagrafe equina il povero sauro risulta deceduto il 19 dicembre 2008. Chi era dunque il cavallo, con lo stesso microchip, stramazzato al suolo il 12 agosto scorso? Chi era allora il cavallo denunciato morto nel 2008? La triste vicenda sembra destinata a scoperchiare un nuovo vaso di Pandora.

Sul caso indaga la polizia di Stato mentre la procura di Santa Maria Capua Vetere ha aperto un'inchiesta in attesa che giungano i risultati dell'autopsia affidata a Orlando Paciello del dipartimento di Medicina veterinaria della «Federico II» e a Guido Rosato del Centro di riferimento regionale per l'Igiene urbana veterinaria. Martedì mattina ci sarà un incontro a Palazzo reale tra la direttrice della Reggia, Tiziana Maffei, la garante dei diritti degli animali della Città di Caserta, Alessandra Pratticò, e il Comune. «All'incontro spiega Pratticò chiederò che venga rescisso il contratto con la società ma soprattutto che vengano studiate e trovate nuove modalità, soluzioni alternative. Comprendo che quello del vetturino è un lavoro e so bene che i cavalli hanno necessità di camminare ma ci sono modi e modi e non si può pensare che il cavallo venga considerato un mezzo di trasporto. È un essere vivente. Saranno al mio fianco anche la responsabile nazionale degli equidi della Lav, Lega anti vivisezione, e un delegato dell'Ente nazionale per la protezione degli animali».
 


Il caso del cavallo morto ha riacceso i riflettori sulle aziende di equidi in Terra di Lavoro e sono in corso accertamenti da parte delle forze dell'ordine sulle documentazioni delle stesse negli ultimi cinque anni, per verificare eventuali situazioni di mancata vigilanza o di scarso controllo. Lo scambio del cavallo, quello deceduto, con il cavallo regolarmente autorizzato, e ora l'inspiegabile doppia morte e quindi la mendicità della documentazione fornita, hanno messo in luce la necessità di accertamenti costanti trasformando la vicenda in noir.

Dal 12 aprile del 2018 nel capoluogo è in vigore il regolamento comunale per il servizio di noleggio con conducente di veicoli a trazione animale di genere equino. Sette pagine, otto articoli che determinano doveri e comportamenti. Al comma 14 dell'articolo tre si legge: «I cavalli idonei al lavoro di trazione di vetture pubbliche non possono lavorare più di sei ore al giorno e hanno diritto a delle pause adeguate di riposo tra un tragitto e l'altro (in estate da svolgersi all'ombra) e i conduttori devono provvedere ad abbeverarli regolarmente. Dal 1° giugno al 15 settembre è vietato far lavorare i cavalli dalle ore 13 alle ore 16». Il cavallo stramazzato al suolo, da quanto testimoniato dai presenti, è morto proprio intorno alle 13. Anche questo avrà il suo peso nello sviluppo delle indagini. Sulla carcassa del cavallo si sono affollati i proclami dei candidati alle prossime tornate elettorali, c'è chi ha messo in campo le solite prassi di sciacallaggio, chi ha approfittato della visibilità mediatica per un momento di gloria e i social hanno amplificato la vicenda. Resta il fatto che quello che sembrava un tragico incidente diventa sempre più un caso di illegalità, plurima, e riporta al centro della discussione non solo il rispetto degli animali ma anche quello delle norme vigenti.
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