Le tolgono la figlia di 2 anni lei tenta il suicidio, salvata

La donna si lega un cappio al collo tentando di lanciarsi nel vuoto

L'intervento della polizia
L'intervento della polizia
di Claudio Lombardi
Mercoledì 5 Luglio 2023, 09:08
3 Minuti di Lettura

Ha tenuto l'Appia con il fiato sospeso per ore. Alle forze di primo soccorso, tra cui gli agenti della polizia di Stato della questura di Caserta, è apparso chiaro che si trattasse di un gesto dimostrativo.
Ma il dubbio e l'apprensione che la situazione potesse degenerare all'improvviso sono rimasti fino a che la donna non è stata tratta in salvo. Per A. H., 33 anni, di nazionalità ucraina, è stato necessario il ricovero all'ospedale "San Rocco" di Sessa Aurunca per un Tso, un trattamento sanitario obbligatorio. Ieri mattina, alle 7, all'arrivo dei vigili del fuoco e dei servizi sociali, A. H. è salita sul parapetto in un edificio al civico 218, nel territorio di Casagiove e ha minacciato, legandosi un cappio alla gola, il suicidio.

La donna, che ha tre figli, voleva opporsi all'esecuzione di una disposizione del giudice del Tribunale dei minori per l'affidamento esclusivo al padre, italiano, della sua terza figlia, di appena due anni. Con lei c'era anche il primo figlio di 14 anni, ancora nella mani di una tutrice, per il quale, però, a giorni si apriranno le porte di una casa famiglia.

Alla fine, dopo una lunga trattativa, la donna è scesa dal parapetto, è stata bloccata, sedata e trasportata in ospedale.

Video

Contro la misura si opporranno le legali Carmen Posillipo e Eva Sciaudone, perché ritengono leso il diritto della 33enne di essere madre. A. H. in quello stabile si trovava ai domiciliari con l'accusa di tentato omicidio dell'ex compagno, padre della bambina di due anni. Nella notte tra il 12 e il 13 giugno del 2022, raggiunto nella sua abitazione in viale Lincoln a Caserta, con un coltello, avrebbe ferito l'uomo e sua moglie. Su questo episodio, tuttavia, le versioni divergono: le avvocate della donna parlano di un gesto estremo mosso dalla legittima difesa. Di fatto, A. H., per la quale vale la presunzione di innocenza, a distanza di un anno, oggi si trova in un ospedale e separata dai figli. Una condizione che porterebbe all'esasperazione chiunque.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA