Truffa sulla disoccupazione e falsi call center: 29 condanne

Raggiro da mezzo milione di euro, il personale assunto e subito licenziato per percepire il sussidio dall'Inps

Le indagini
Le indagini
di Biagio Salvati
Mercoledì 5 Luglio 2023, 09:04
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Ventinove persone sono state condannate per tentata truffa e truffa aggravata, ma sono state assolte dal reato di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Così è stato deciso al termine di un processo con il verdetto del giudice monocratico Giuseppe Meccariello del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. I fatti, risalenti al 2015, riguardavano un'inchiesta dei carabinieri della stazione di Grazzanise. Gli imputati sono stati ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ai danni dell'Inps.

Si parla di un raggiro da mezzo milione di euro non recuperati. Il gruppo criminale, operante nella provincia di Caserta, creava agenzie pubblicitarie e call center inesistenti e assumeva falsi lavoratori per poi licenziarli dopo un periodo di tempo sufficiente a percepire l'indennità di disoccupazione. Le somme erogate dall'Inps venivano accreditate su conti correnti intestati ai dipendenti fittizi e poi ridistribuite tra i membri dell'associazione.

L'indagine, durata due anni, ha coinvolto intercettazioni telefoniche e ambientali, acquisizione di documentazione e analisi informatica. Infine, ha permesso di evitare un danno potenziale di 328mila euro all'Inps.

Oltre agli arrestati sono indagate altre trenta persone, tra cui i titolari delle ditte fittizie e alcuni falsi dipendenti. L'attività d'indagine, condotta dal dicembre del 2015 all'aprile del 2017, si è sviluppata con intercettazioni telefoniche e ambientali, con l'acquisizione di una copiosa documentazione, il sequestro degli smartphone in uso ad alcuni degli indagati, l'analisi informatica dei dispositivi con osservazione e pedinamento.

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Le condanne sono state di un anno di reclusione per Francesca Carusone, Pasquale Nato, Giovanni Campopiano, Rosalba Covato, Mattia Cipriano e Carmine Bello. Nove mesi di reclusione per Gaetano Talmente e Filomena Montano; uno e due mesi di reclusione per Crescenzo Bello e Maddalena Piscitelli; cinque mesi di reclusione per Alberto Grimaldi, Clementina Piscitelli, Maria Romano e Francesca Daniele; tre mesi di reclusione per Tommaso Perfetta, Antonio Rotondo, Pamela Rotondo, Mario Bizzocco, Erminio Crispino, Roberto Della Guardia, Iolanda Di Caterino, Gaetano Tuccillo, Angela Antuono, Maria Piscitelli, Angela Vessella, Dayana Di Dato, Felicia Rotondo, Rosa Nuzzo Esposito e Vincenzo Ferrara. Per rendere verosimile il rapporto di lavoro e raggirare i pubblici funzionari, gli indagati inviavano all'Inps le comunicazioni e i contributi finché, licenziati i falsi lavoratori, venivano presentate a loro nome le richieste di erogazione del sussidio di disoccupazione (Naspi) presso la sede Inps di Caserta.
L'operazione è stata possibile grazie a una stretta collaborazione tra la procura sammaritana, la polizia giudiziaria e l'Inps di Caserta (eseguendo protocolli di intesa che la Procura ha redatto con l'Inps e la Guardia di Finanza di Caserta). Una volta accertato che una ditta era stata costituita artificiosamente allo scopo di percepire le indennità di sostegno alla disoccupazione dei dipendenti, gli investigatori hanno tenuto sotto controllo e in costante osservazione tutte le procedure.
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