Mattanza di tartarughe: otto «uccise» in 4 giorni

Le Caretta caretta pronte per nidificare: sotto accusa le reti a strascico

Una tartaruga morta
Una tartaruga morta
di Vincenzo Ammaliato
Venerdì 21 Luglio 2023, 09:04 - Ultimo agg. 11:14
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Otto tartarughe marine della specie dall'altissimo valore naturalistico Caretta caretta, protette da numerose convenzioni internazionali, spiaggiate morte sulla costa di Castel Volturno in appena quattro giorni: è allarme. La prima carcassa è comparsa sabato sulla battigia a Ischitella. Il giorno dopo due esemplari un chilometro più a nord, a Pinetamare. Centro metri più a sud - e siamo a lunedì - altre due Caretta caretta spiaggiate vicine. Questo è il giorno orribile, perché poco più a nord, in località Bagnara, compare un'altra tartaruga spiaggiata, e a Baia Verde, un'altra ancora. Chiude il mesto elenco l'esemplare trasportato dalle correnti marine privo di vita l'altra notte di fronte al campo da golf dell'albergo che ospita il calcio Napoli.

In tutti i casi si è trattato di animali adulti, tutti di sesso femminile, che probabilmente si erano avvicinati alla costa per risalire le spiagge e nidificare, perché questo è il periodo dell'anno in cui depositano le uova.
Non a caso, anche in questo 2023 Castel Volturno si conferma ai vertici nel bacino Mediterraneo per la nidificazione della Caretta caretta (al momento è prima con tredici nidi certificati e messi in sicurezza).

Ma tutto il lavoro svolto dalla stazione zoologica e i volontari che sono a supporto per la tutela della tartaruga marina è quasi vanificato da queste morti, avvenute per ragioni non naturali. «Saranno le autopsie sulle carcasse a dirci la verità spiega Fulvio Maffucci ricercatore dell'acquario di Napoli ma considerando la statistica delle tartarughe morte ritrovate sulla costa domiziana, è facile ipotizzare che i decessi siano avvenuti per attività di pesca di frodo». Quindi, è la pesca eccessiva, ma soprattutto illegale, la probabile responsabile della mattanza delle Caretta caretta che nuotano nelle acque di Castel Volturno.

Dall'inizio del 2023 la capitaneria di porto ne conta già ventidue. «Ma otto in quattro giorni aggiunge Maffucci è un numero che non può essere tollerato, per animali che arrivando oltre i venti anni di età, quella necessaria per la riproduzione, avevano dimostrato di avere grossa resistenza e vitalità. Nuotano in tutto il bacino del Mediterraneo e quando transitano nelle acque di Castel Volturno troppo spesso trovano la morte».

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Ma quali sono le attività di pesca illegale che impattano con le tartarughe marine? Le principali sono le reti da posta e quelle per lo strascico. In entrambi i casi le tartarughe restano a lungo impigliate sott'acqua e affogano. Ma pure se è tirata su dalle reti troppo velocemente rischia la morte, per embolia. In questo caso dovrebbe essere avvisata la capitaneria di porto per affidare gli animali al Turtle Point di Portici. Ma a Castel Volturno nessun pescatore ha mai attivato la procedura.

Peraltro, in questi mari si incrociano flotte provenienti da più parti d'Italia. C'è chi sostiene che arrivano qui i pescatori più spregiudicati, consapevoli degli scarsi controlli. La capitaneria di porto locale non ha molte risorse, solo un gommone per ventisette chilometri lineari di costa. E dal 2008 non c'è più neanche un approdo, con la chiusura della darsena di Pinetamare per una querelle giudiziaria tra Regione Campania e committenti del financial project del nuovo porto. E i pescatori di frodo hanno vita facile, al contrario delle tartarughe che continuano a morire. La Caretta caretta è protetta in più parti del Mediterraneo, ma non nell'area di Castel Volturno, almeno non come dovrebbe essere, a danno dell'ecosistema marino e della biodiversità della zona, che se protetta, tutelata e valorizzata potrebbe essere anche vettore di rilancio e recupero sociale di un'area invece oppressa dall'illegalità diffusa. 
 

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