Si può fare di più in bicicletta. O solo grazie alla bicicletta, senza l' egoismo del protagonismo. E ce lo ha dimostrato, ancora di questi giorni, Christian Auriemma, classe 74, l'ex professionista di Pietravairano, nel trascorso maggiore in maglia "Alexia" un nono posto al Campionato italiano su strada del 2001, e poi un passato pure distante di organizzatore ciclistico in loco, pensiamo alla suggestiva "24 Ore di Pietravairano" della metà del primo decennio 2000.
E di più prossimo, ancora, una attività certo accattivante di guida, come scout nei Bike-Tour europei per cicloturisti di alto bordo, sulle Alpi Francesi, a Maiorca, in Toscana... E poi ancora, ad aggiungere fiato e fatica, la bici al centro di sé agonista, la partecipazione convinta a competizioni di Ultra-Race, come la "Due Vulcani", l'Etna-Vesuvio, nel 2020 e nel 2021.
Ma in questo scorcio di 2024, Auriemma, di nome Christian, un primo nome che è già destino di profeta, ha guidato la sua bici da corsa diversamente, e di cuore e fisico immenso, per una finalità che risulta umilmente verticale.
«Ho voluto per la seconda volta, dopo una prima esperienza nel 2022, attraversare in bicicletta l'Africa più inesplorata, e anche più devastata dalle guerre etniche, quella che neanche con un 4x4 o un pick-up si percorre, sono passato di villaggio in villaggio, salutato come un apostolo», racconta Auriemma. «Il Rwanda, l'ex-Congo belga, su input di una organizzazione di volontariato europeo che mira a portare al ciclismo questi territori, intuendo nel ciclismo un modello elementare di sviluppo sociale».
Il ciclismo, ipotesi di sport contigua al lavoro, non il tennis, non il calcio...
Da Kigali a Kigali, la capitale, 1.200 chilometri o giù di lì, da solo, senza paura, «niente bestie feroci», ma con tanto coraggio, un tour Bike-Packing, all inclusive sulle borse laterali della bici, in solitaria, dall'Akagera National Park al Nyungwe National Park,
compiuto a metà febbraio.
«E sono tornato a casa, a Pietravairano, con la mia Africa dentro, tanti sorrisi, tanto affetto dei bambini e dei ragazzi dei villaggi, mica solo selfie, e il dono negli occhi, a fronte di una borraccia e di qualche corredo da ciclista lasciati lì, di quella loro povertà che è tutto quello che hanno, pensateci».
E ci veniva questa sera di più, in tanta modestia, di quando l' avevamo conosciuto nel segno del ciclismo massimo, Cristian Auriemma, nel 2002, arrivo del Giro d' Italia a Caserta, "sai che c'è Eddy Merckx oggi da Auriemma, a Pietravairano ?" Christian Auriemma, classe '74, quel ragazzo dell'Alto Casertano, che poi aveva lasciato il gruppo e al paese era tornato aprendo un bel negozio di biciclette, concessionario esclusivo per il Sud delle bici prodotte allora da Eddy Merckx. Lo ricordiamo in quella sera, in un ristorante di famiglia, "La Caveja", al centro del paese, un bicchiere di Falerno con Merckx. Eccezionale, l'ospite più illustre che abbia mai avuto la cittadina sotto al Matese, Christian Auriemma quella notte sembrava il "sindaco" di Pietravairano. Ed oggi è il testimonial in totale democrazia ciclistica del Rwanda.