Teverola, monumento nel degrado: «Ridare dignità a Pagliuca»

La rabbia della sorella

La stele posta a memoria di Genovese Pagliuca, vittima innocente della camorra
La stele posta a memoria di Genovese Pagliuca, vittima innocente della camorra
di Alessandra Tommasino
Sabato 25 Marzo 2023, 08:48 - Ultimo agg. 13:22
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Il grido di rabbia di Giovanna Pagliuca, sorella di Genovese, vittima innocente di camorra, che sui social ha denunciato lo stato di degrado in cui versa l'area di Teverola dedicata a suo fratello, ha suscitato indignazione generale. L'incuria dell'aiuola in cui è collocato il cippo marmoreo inaugurato nel 2015 ha scosso le coscienze, soprattutto perché nella recente Giornata nazionale della memoria e dell'impegno, il 21 marzo, ben altre sarebbero state le aspettative. «La pietra in ricordo di Genovese fu collocata la prima volta - ricorda il coordinatore del Comitato don Peppe Diana Salvatore Cuoci - proprio per dare voce ai familiari di Genovese, a cui nessuno aveva mai teso la mano prima di allora e, oggi, quel percorso di memoria portato avanti dalle associazioni e dai cittadini che ne riconoscono il valore profondo non può scontrarsi con l'indifferenza delle istituzioni».

Cuoci si rivolge al Comune di Teverola affinché «sia ridata presto dignità a un luogo dal così alto valore simbolico, a sostegno della famiglia, ma soprattutto per ricordare il sacrificio di un giovane di una terra a lungo dilaniata dalla camorra, nella consapevolezza che la memoria non è mai un fatto accidentale o una semplice ricorrenza ma un esercizio quotidiano per onorare con senso di responsabilità, storie che profumano di vita e appartengono all'intera comunità».

Quando la prima pietra fu posizionata nello slargo di via Roma, c'erano gli scout, i volontari del Comitato don Peppe Diana con in testa Valerio Taglione, i rappresentanti del coordinamento familiari delle vittime innocenti e Libera.


Per l'associazione fondata da don Luigi Ciotti, a parlare è oggi Fabio De Gemmis del coordinamento provinciale di Caserta: «Ci uniamo alla rabbia della famiglia Pagliuca nel dover riscontrare una grave disattenzione da parte del Comune di Teverola. Lo stato centrale, attraverso la sua massima carica, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha mostrato attenzione e sensibilità sul tema, ci auguriamo - auspica De Gemmis - che nell'immediato anche i rappresentanti locali dello stato italiano provvedano a mantenere il proprio impegno».
Antonio Zacchia, dell'associazione Sì Teverola onlus, lancia un duro affondo: «La memoria non si fa solo su prati rigogliosi o all'ombra di un ulivo perché qualcuno ha deciso che è più verde. Non esiste la memoria di serie a' o di serie z', o si fa memoria o si sta zitti e, nel silenzio, bisogna riflettere su chi ci circonda e ricordare le proprie azioni». Il riferimento è alle iniziative organizzate dall'amministrazione comunale, che finora hanno escluso la memoria di Pagliuca, ma Zacchia invita a riflettere anche coloro (ex esponenti della maggioranza), «che oggi si fanno amplificatori delle rimostranze, dimenticando che il degrado c'era anche prima».


Intanto, il sindaco Tommaso Barbato ha annunciato che cercherà di «accelerare il ripristino del decoro dell'aiuola». «Al più presto mi metterò in contatto con la famiglia di Genovese, in primis per chiedere scusa afferma il primo cittadino - e poi per organizzare una iniziativa onorevole con lo scopo di dare la dovuta considerazione a chi ha perso la vita per mano della camorra». Intanto, ad esprimere solidarietà alla famiglia del giovane ucciso a 24 anni dal clan Bidognetti, anche diversi familiari di altre vittime innocenti delle mafie.

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