Caserta, la movida irresponsabile:
folla in strada e poche mascherine

Caserta, la movida irresponsabile: folla in strada e poche mascherine
Domenica 11 Ottobre 2020, 13:01
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IL RISCHIO
Fabrizio Arnone
Primo fine settimana all'insegna delle nuove misure restrittive imposte anche nel centro di Caserta a causa del Coronavirus. I locali della movida hanno dovuto abbassare le saracinesche già a mezzanotte, orario di punta per uscire con i propri amici e ritrovarsi in centro. Bar, pasticcerie e gelaterie devono chiudere alle 23 dalla domenica al giovedì ed a mezzanotte nei soli giorni di venerdì e sabato. Diverso il discorso che attiene, invece, alle attività di ristorazione come pizzerie, ristoranti, pub e similari dove l'ultimo accesso dei clienti è consentito fino alle ore 23, anche per il servizio di asporto. Questo per l'intera settimana.
GLI ASSEMBRAMENTI
Ma se l'obiettivo era limitare gli assembramenti, c'è da dire che questo obiettivo è stato certamente mancato. I giovani in strada ci sono e sono pure tanti. Anzi, poichè la chiusura è stata anticipata, sono in molti ad anticipare l'uscita per stare comunque insieme ai propri amici in strada. L'ordinanza, almeno per il momento, viene rispettate seppur controvoglia da tutti i commercianti. I controlli delle forze dell'ordine non lasciano margini di interpretazione dell'ordinanza e tutti i locali chiudono agli orari stabiliti. Fanno eccezione quei locali che solitamente vendono alcolici e che quindi rientrerebbero nella categoria degli esercizi da chiudere alle 23 o alle 24 in base al giorno della settimana e che invece restano aperti grazie al proprio codice Ateco, il codice identificato di registrazione, che gli consente di tenere aperto il locale con i clienti all'interno senza però poter far accedere altre persone. L'uso della mascherina è ancora molto ma molto limitato. Sono davvero pochi i giovani in città che nonostante le tante ordinanze emesse in tal senso indossano correttamente la mascherina.
LE SANZIONI
E questo nonostante le sanzioni davvero salate previste per legge nei casi di non ottemperanza della normativa. Oltre ai locali commerciali, da segnalare anche la chiusura dei market 24ore che ugualmente chiudono i propri accessi al pubblico già a mezzanotte. C'è però chi fa notare tra i commercianti come in città esistano dei distributori automatici aperti h24 che erogano senza limitazioni di età bevande di ogni genere, anche alcoliche. E questo nonostante attualmente sia in vigore in città un'ordinanza che vieta in tutto il centro storico il consumo di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione all'esterno dei locali e nelle strade pubbliche. Un vero e proprio perimetro di zona rossa della città di Caserta che è stato voluto proprio per limitare gli assembramenti in centro. L'ultima ordinanza del Governatore della Campania Vincenzo De Luca ha fatto molto discutere anche in città. Un settore già in crisi a causa del lockdown dei mesi scorsi e che solo ora stava trovando la forza di provare a rialzarsi, ora è stato travolto dalle ennesime restrizioni che colpiscono indistintamente chi fa rispettare le regole e chi invece prova a fare il furbo aggirandole, come se la questione non fosse anche la sua.
LA PROTESTA
Ed ecco quindi la protesta dei giorni scorsi della Confcommercio di Caserta. Una delegazione di commercianti casertani guidata dal presidente provinciale di Confcommercio, Lucio Sindaco, e dal presidente provinciale della Fipe, Giuseppe Russo, ha partecipato al sit-in di protesta di venerdì mattina sotto agli uffici della Regione Campania: «Comprendiamo le difficoltà legate all'emergenza sanitaria e all'incremento dei contagi ma non è penalizzando i pubblici esercizi e i locali che rispettano tutte le misure anti-Covid che si potrà porre un freno al virus. Anzi - ha commentato il presidente Sindaco - il rischio è quello di far aumentare il numero delle persone in strada e, in assenza di controlli, anche gli assembramenti. Ciò che chiediamo è l'istituzione di un tavolo permanente di crisi che consenta di avviare un confronto serrato e soprattutto che dia ascolto alle istanze della categoria perché non è in alcun modo accettabile che vengano assunte iniziative così impattanti per il settore senza una concertazione con gli addetti ai lavori e i rappresentanti di categoria». La strada per una soluzione del problema è ancora lunga e, almeno per ora, in salita.
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