Mozzarella di bufala, analisi di mercato e identikit dei consumatori

Il progetto del Consorzio di Tutela nasce in partnership con UniCredit e Nomisma

Nel regno della mozzarella di bufala
Nel regno della mozzarella di bufala
di Emanuele Tirelli
Venerdì 20 Gennaio 2023, 09:29
4 Minuti di Lettura

Dati strutturali legati agli operatori e alla filiera, dagli animali ai caseifici. Dati di natura commerciale sul prodotto. Dati relativi al consumatore. Sono questi i tre elementi principali ai quali lavora l'Osservatorio economico sulla filiera della Mozzarella di bufala campana dop. Il progetto del Consorzio di Tutela nasce in partnership con UniCredit e Nomisma: la presentazione è programmata per martedì 31 gennaio a Milano. In quella occasione interverranno (in videomessaggio) Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare; e poi (in presenza) il presidente del Consorzio di Tutela, Domenico Raimondo (nella foto), e l'Head of Client Strategies di UniCredit, Annalisa Areni.


Mentre sarà Denis Pangini, responsabile agrifood di Nomisma, a illustrare i dati dell'Osservatorio e a raccontare i numeri della filiera. Si parlerà infatti di allevamenti, produzione, export, mercati di interesse e nuovi trend di consumo per il 2023, sia in generale che relativi all'«oro bianco» campano.

La conclusione della giornata sarà invece affidata alla tavola rotonda «Economia e innovazione, gli scenari futuri per la Mozzarella di Bufala Campana Dop» con Luca Bianchi, direttore di Svimez, Pier Maria Saccani, direttore del Consorzio di Tutela e Ferdinando Natali, Regional Manager UniCredit Region Sud. È proprio Saccani a raccontare il punto di partenza di questa iniziativa.


«Si tratta di una filiera con una zona di produzione ampia, ma con allevatori che producono una materia prima assorbita quasi per il 98 per cento in questa direzione, e con aziende che si muovono su uno stesso prodotto. Abbiamo pensato che fosse importante fornire periodicamente dei dati concreti e corretti su tutto il sistema. Sono informazioni che riusciamo ad avere perché lavoriamo con estrema trasparenza. Ci sono una piattaforma di tracciabilità e una banca dati nazionale sugli animali, quindi abbiamo considerato utile trovare una sorta di contenitore capace di raggruppare tutti questi dati, utili sia ai soggetti esterni per avere un quadro completo, che ai singoli operatori per conoscere l'andamento complessivo».

Il Consorzio spiega infatti che «l'Osservatorio ha l'obiettivo di fotografare la realtà economica di un comparto che rappresenta il più importante prodotto a marchio Dop del centro-sud Italia, ma anche di verificarne le trasformazioni, per consentire di monitorarne le esigenze e costruire azioni adeguate». Su questa riflessione, commenta ancora Saccani, «sappiamo bene che i numeri letti in maniera assoluta servono a poco. Vanno invece contestualizzati e inquadrati in un discorso più articolato. Non è detto, per esempio, che i dati in crescita corrispondano automaticamente a un valore economico maggiore». In questo caso si riferisce agli aumenti dei costi di produzione che non sono stati accompagnati percentualmente da un aumento del prezzo del prodotto al pubblico.

«Un'analisi dettagliata degli elementi della filiera può quindi fornire una lettura decisamente più approfondita, che in questo caso abbiamo grazie a una realtà professionale come Nomisma». Quella del 31 gennaio sarà la presentazione di un percorso già iniziato che, a sua volta, rappresenta la base di lavoro sulla quale costruire indagini successive e sempre più puntuali. In questi anni il Consorzio ha dimostrato di avere una certa attenzione per numeri, analisi di mercato e identikit dei consumatori. «Siamo coscienti della bontà del prodotto, ma per continuare a crescere come abbiamo fatto fino ad ora non possiamo prescindere da uno sviluppo condiviso e sempre più consapevole di ogni elemento della filiera».

© RIPRODUZIONE RISERVATA