Rifiuti, il business dell'umido
e il salasso dei cittadini

Rifiuti, il business dell'umido e il salasso dei cittadini
di Claudio Coluzzi
Giovedì 18 Luglio 2019, 14:09 - Ultimo agg. 19 Luglio, 06:33
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Sembra un effetto domino. Uno dopo l'altro, tutti i Comuni della provincia di Caserta hanno problemi con lo smaltimento rifiuti. E in particolare con lo smaltimento dell'umido. Questo, giornalisticamente parlando, si traduce nella «solita» emergenza. La cosa si risolve, dopo che tonnellate e tonnellate di monnezza restano a terra ad appestare l'aria, con l'aumento del costo di smaltimento nell'impianto. E quindi con un maggior prelievo nelle tasche dei cittadini i quali, ad onta di quello che pagano, continuano a vivere in città sporche. È accaduto ad Aversa, a Capua, a Maddaloni, ora sta accadendo a Caserta. La cosa suggerisce alcune considerazioni. In primo luogo l'«emergenza» è tutt'altra cosa della mancata programmazione o della speculazione sui costi. L'«emergenza» è, biblicamente parlando, un'invasione di cavallette, oppure, dal punto di vista geologico, il disastro provocato da un terremoto. Eventi imprevisti e imprevedibili. Avere un solo termovalorizzatore in Campania ed essere costretti quindi a pagare a prezzi «folli» lo smaltimento dell'umido in Nord Italia non è un'emergenza, ma il risultato di una politica di impiantistica suicida e miope compiuta da 30 anni a questa parte. Ma se questo rappresenta il passato, si può almeno mettere una «pezza» al presente. Attualmente ogni Comune stipula un contratto per la raccolta ed uno differente con gli impianti di smaltimento. Quando i secondi, per mille emergenze, rifiutano l'umido, i camion non scaricano e i Comuni devono pagare di più. Basterebbe un contratto unico: la ditta che vince raccoglie e smaltisce, al prezzo concordato. Troppo elementare per essere vero.
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