Santa Maria Capua Vetere, violenza
contro poliziotto: «Dimettetevi tutti»

interni del carcere
interni del carcere
Sabato 25 Settembre 2021, 11:52
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Era in servizio nel carcere di S.Maria Capua Vetere e, quando ha sentito l’allarme provenire dall’infermeria, è immediatamente accorso per dare ausilio ma è rimasto vittima delle folle intemperanza di un detenuto.

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Ne da notizia Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, il quale ha raccontato di come lo scorso giovedì, al suonare dell'allarme proveniente dal Reparto Infermeria causa le escandescenze di un detenuto di origini napoletane che era ricoverato, un Assistente capo di Polizia Penitenziaria in servizio in altra postazione era corso di rinforzo sul luogo dell'evento critico. Nel tentativo di contenere l'esagitato, è stato però aggredito con inaudita violenza. Immediatamente trasportato da personale del 118, in un evidente stato di torpore, all'Ospedale civile, è stato lì ricoverato e tenuto sotto osservazione per tutta la notte. Il Sappe Campania ha espresso solidarietà all'Assistente Capo vittima dell' aggressione; tuttavia, a detta di Fattorello, questi episodi sono diventati di una tale quotidianità che semplicemente non fanno più notizia.

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Impietoso il giudizio di Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: «Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. Se gli attuali vertici non sono in grado di garantire l’incolumità fisica hai poliziotti penitenziari devono dimettersi tutti: non servono circolari ministeriali che depotenziano la sicurezza nelle carceri. I numeri degli eventi critici accaduti nelle carceri italiane nel primo semestre del 2021 sono allucinanti: 5.290 atti di autolesionismo, 44 decessi per cause naturali, 6 suicidi e 738 sventati dalla Polizia Penitenziaria, 3.823 colluttazioni, 503 ferimenti. In pratica, ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre».

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