Maddaloni: scoperta una «crack house» utilizzati fuochi d'artificio per richiamare i clienti

Il materiale sequestrato dai carabinieri
Il materiale sequestrato dai carabinieri
di Giuseppe Miretto
Domenica 9 Luglio 2023, 09:30 - Ultimo agg. 12:45
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Colpito lo "spaccio 2.0". Quello organizzato con luogo di vendita attrezzato per preparazione degli stupefacenti, ma che funziona anche come ritrovo e spazio di consumo. Una vera e propria "crack house" è stata individuata dai carabinieri della locale compagnia in via Appia, ricavata all'interno di uno stabile semiabbandonato. Apparentemente sembra una dei tanti locali non abitati presenti in periferia. Invece, era un punto di riferimento territoriale attrezzato per la vendita e la chiamata a raccolta dei tossicodipendenti. Con l'ausilio delle unità cinofile antidroga, è stato rilevato che il locale, con accesso libero, privo di qualsivoglia sistema di sorveglianza e ben occultato, era adibito al confezionamento e consumo di crack e altre sostanze stupefacenti. Per consentire l'assunzione e far inalare i fumi, ricavati dal surriscaldamento di cristalli di cocaina, all'interno della stanza sono stati rinvenuti e sequestrati, a carico di ignoti, pipette e bottiglie utilizzate per cucinare e fumare il crack. Presenti anche un bilancino di precisione e materiali vari per il confezionamento dello stupefacente.

Come base di richiamo sia per i cocainomani cronici che per gli altri assuntori, la "crack house" era dotata di un sistema di avvertimento. I carabinieri, sul tetto dello stabile, hanno rinvenuto una batteria di fuochi d'artificio esplosi, utilizzati molto probabilmente sia per comunicare l'arrivo che la disponibilità della droga. Le indagini della compagnia di Maddaloni continuano anche a San Felice a Cancello e Santa Maria a Vico. Scattate cinque denunce, in stato di libertà, per altrettante persone sempre per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, guida senza patente (mai conseguita) e rifiuto di sottoporsi al controllo del tasso alcolemico. Ma tutto il territorio è in una morsa. La scorsa settimana, sempre a Maddaloni, un 30enne è stato fermato e arrestato ad un posto di blocco: trasportava, sotto il sedile del conducente, ben occultati e confezionati in involucri in cellophane, due panetti di hashish per un peso complessivo di 200 grammi e soldi in contanti. I controlli a tappeto e i colpi messi a segno a ripetizione dai carabinieri stanno suscitando entusiasmo. Il sindaco Andrea De Filippo esprime «soddisfazione per delle operazioni che sono le risposte ad un bisogno di sicurezza molto forte. È da anni che, dopo essere stati etichettati ingiustamente come "Terra dei fuochi", per i ripetuti roghi estivi ormai debellati, siamo diventati, nell'immaginario collettivo la "Terra dei botti"».

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I dati, le testimonianze e le segnalazioni dei residenti e le indicazioni della polizia municipale si sono trasformati in numerose note di denuncia dove si parla apertamente di «stese pirotecniche notturne che infiammano il cielo nel cuore della notte, piazzate in punti topici dei quartieri o dei rioni». Insomma, fuochi di artificio, esplosi in gran quantità, tutte le sere. Sempre e soprattutto dopo le 21. C'è una geografia delle esplosioni costanti: presso la villa di piazza don Salvatore e in via Capillo. Medesimo fenomeno, in via Appia. «Al netto di festeggiamenti - denuncia e scrive Peppe Vigliotta (Riscossa di Maddaloni) - le operazioni dei carabinieri dimostrano come siano anche collegate alle attività degli spacciatori. Nella migliore delle ipotesi, siamo al cospetto di una patologia urbana: lo strapotere delle bande». Per questo, la lista civica Riscossa e il suo assessore di riferimento, Claudio Marone, propongono un'«azione interforze. Chiediamo di prolungare, nel periodo estivo, i turni dei vigili urbani fino alle 23». 

 

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