Caterina, il soldato suicida sensibile
e introverso: un'intera città sotto choc

Caterina, il soldato suicida sensibile e introverso: un'intera città sotto choc
di Antonio Borrelli
Giovedì 19 Dicembre 2019, 09:03
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L'atmosfera in piazza Riccardo II è spettrale. Tra le vie del centro solitamente affollate e illuminate regna un silenzio discreto. Soltanto piccoli gruppi di persone si radunano ai lati dei bar e tutti sembrano parlare proprio dell'episodio che scioccato l'intero l'agro caleno. A Vitulazio le festività natalizie si sono fermate a lunedì 16 dicembre, il giorno prima della morte di Caterina Glorioso, la soldatessa 30enne che si è uccisa sparandosi un colpo di pistola nel petto nei bagni della metro di Roma. La drammaticità e l'imprevedibilità del gesto hanno lasciato tutti senza parole in paese. Così anche i commenti - istituzionali o informali che siano - sono più discreti del solito.

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CORDOGLIO
È il sindaco Raffaele Russo a farsi portavoce del dolore «Una tragedia immane che nessuno poteva aspettarsi, non ci sono parole per descrivere questo dolore. Conosco la famiglia di Caterina, persone per bene, grandi lavoratori. A nome di tutta l'amministrazione esprimo cordoglio e vicinanza a tutta la famiglia Glorioso-Carusone». Ma sono soprattutto gli amici e i conoscenti ad essere sotto choc in queste ore. «Una ragazza tranquilla e serena, non aveva mai dato idea che potesse fare una cosa del genere», dice un'amica.

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ULTIMI ATTIMI
«Devo andare in bagno, ora torno». Sono state le ultime parole, rivolte a una collega, pronunciate da Caterina Glorioso alla stazione metro Flaminio. Poi lo sparo. Sono le 8.47 del mattino. Caterina si era arruolata cinque anni fa come volontaria nell'Esercito in ferma prefissata. Tra pochi giorni avrebbe dovuto lasciare Roma per unirsi ad altri commilitoni nell'operazione Strade sicure. Secondo i suoi colleghi, che la descrivono come una ragazza «introversa», Caterina non avrebbe mai dato segnali di voler compiere un gesto simile. Si è trattato di un vero e proprio «fulmine a ciel sereno». I motivi che l'hanno spinta a rivolgersi un'arma al petto sono contenuti in una lettera di quasi 15 pagine, che ha lasciato all'interno di un cassetto del suo alloggio alla Cecchignola. Quella missiva, indirizzata ai suoi genitori e ai fratelli Antimo e Serena, è stata raccolta dai carabinieri della Compagnia Trionfale dopo che la Procura ha deciso di aprire un fascicolo per istigazione al suicidio, e che è dunque ora sotto sequestro.

LA STORIA FINITA
Quel che è certo è quanto confermato da vicini di casa della famiglia e coetanei di lei: meno di sei mesi fa Caterina si era lasciata con il suo fidanzato storico, con il quale la relazione negli ultimi tempi era diventata burrascosa. Ad oggi - e secondo le informazioni in possesso - sono questi gli unici motivi personali che potrebbero aver spinto la 30enne a compiere un gesto simile. Ma soltanto il contenuto della lettera al vaglio degli inquirenti potrà dissolvere la nebbia intorno al giallo della sua morte.

ALLARME SOCIALE
Intanto, mentre la comunità è attonita e la famiglia è trafitta dal dolore - la morte di Caterina accede le luci su un fenomeno sociale grave e a lungo sottovalutato: quello del numero di suicidi tra i membri delle forze armate. Soltanto nel 2019 se ne contano 34. E Caterina è l'ultima vittima di questa carneficina silenziosa.
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