Terza sforbiciata al reddito di cittadinanza. E i patronati, nel primo giorno di riapertura, ieri sono finiti sotto pressione. Le cifre cominciano a diventare imbarazzanti: via sms, oltre 200 persone sono state avvisate dell'avvenuta cessazione (dopo le sette mensilità percepite nel 2023). Si aggiungono agli oltre 1.500 ex precettori finiti in lista di attesa dopo la riforma dello scorso luglio. Complessivamente l'esercito degli ex beneficiari, ora collocati nella categoria degli occupabili e in attesa del supporto per la formazione e il lavoro (Sfl), sono più di 1.800, ben oltre la metà dei 2.500 beneficiari hanno ottenuto l'ultima ricarica.
Maddaloni conserva il primato provinciale (numero di percettori in funzione della popolazione residente) sia di nuclei familiari beneficiari che di persone occupabili. «Siamo in mezzo ad una tempesta socio-economica testimonia Franco D'Angelo, consigliere comunale e gestore del patronato Confasi - che è solo all'inizio perché altri tagli sono annunciati.
«I commercianti, i supermercati e la distribuzione locale - commenta il sindaco De Filippo - rilevano una flessione dei consumi. Condividiamo con i sindacati e patronati la preoccupazioni fondate per gli effetti sociali. Anche l'ente locale è in attesa di risposte che non è in grado di fornire non avendo, tra l'altro, né personale sufficiente né risorse».
Oltre al calo dei consumi, c'è già un primo "effetto recessivo". Lo rileva la segreteria provinciale del Sunia. «Dati alla mano spiega il segretario Ciro Cortese - la scure dei tagli ha innescato una drastica diminuzione dei contratti di locazione privati, quelli a prezzo calmierato e concertato. Non è una coincidenza perché la riduzione della morosità e l'emersione dei canoni di locazione hanno assunto consistenza con la stabilizzazione della politiche collegate al reddito di cittadinanza».