Strisce pedonali sbiadite nella giungla delle strade

Il rifacimento della segnaletica procede a macchia di leopardo

Le strisce sbiadite
Le strisce sbiadite
di Franco Tontoli
Lunedì 16 Gennaio 2023, 08:12 - Ultimo agg. 08:13
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Strade del centro urbano che sono un trionfo di segnaletica orizzontale, strisce di attraversamento pedonale soprattutto rinnovate e adeguate alle nuove disposizioni del Codice della strada e, immediatamente contigue, altre in cui la segnaletica è invisibile, inadeguata e ingannevole per gli automobilisti. Mezzogiorno, al quadrivio Aldifreda, un'auto proveniente da via Santorio, c'è lo stop con le strisce pedonali di collegamento tra lo slargo che segue via Tescione e l'inizio di corso Giannone, l'automobilista lo rispetta, riparte per girare sulla propria destra e immediatamente in curva investe sulle strisce un pedone che riporta contusioni da ricovero in ospedale.

L'automobilista si ferma a prestare soccorso, si scusa ripetutamente, non c'è stata distrazione, il sole negli occhi e, poi, immediatamente sulla curva, le strisce di attraversamento di corso Giannone dall'inizio della cancellata del parco reale al versante opposto utile per il proseguimento in via Ruggiero, non sono proprio fatte per garantire i pedoni da investimento da parte degli automobilisti che virano sulla propria destra.

Le strisce, diversamente da quelle a pochi metri su via Tescione, bianche brillanti sul fondo rosso, sono sbiadite, visibili solo un paio di rettangoli alle estremità ma, soprattutto, non sono poste al minimo di 5 metri dall'incrocio come prescrive l'articolo 145, comma 3, del Regolamento di attuazione del nuovo Codice della strada. Queste strisce di attraversamento proprio sul limite della fine o inizio del marciapiedi a seconda del senso di marcia, vanno riportate alla giusta distanza, di modo che con le auto in asse sulla carreggiata e non in curva, i pedoni sono più che visibili da parte degli automobilisti che avrebbero disponibilità di spazio per la frenata più che agevole, attesa la ripartenza da fermi dal segnale di stop da via Santorio che precede di qualche metro. «Su questo stesso posto commentava un abitante della zona gli incidenti sono ricorrenti, soprattutto investimenti di pedoni che, come gli automobilisti, non hanno spazi di visibilità necessari. Il pericolo viene anche da ciclisti provenienti da via Tescione che si immettono sulla pista ciclabile».

Si chiama triangolo di visibilità lo spazio da prevedere a disposizione degli utenti della strada, sia pedoni che automobilisti e non è sempre disponibile in alcuni altri punti della città. Al quadrivio di via G.M. Bosco con via Giotto due attraversamenti pedonali si dipartono all'angolo delle due strade, ma qui l'area aperta è ampia e visibile da parte degli automobilisti. Un'altra zona chiusa, strisce pedonali agli angoli e non ai citati 5 metri, è all'angolo di corso Giannone, nei due sensi di marcia, con via Sant'Antonio.

Il rifacimento della segnaletica orizzontale è in corso da alcune settimane ma, stranamente, procede a macchia di leopardo, in strade immediatamente contigue ci sono strisce bianchissime su fondo rosso e altre stinte, intuibili. Un campionario di segnaletica virtuale si trova in via G.M. Bosco dove la lodevole pratica del rifacimento è ferma all'incrocio con via Giotto. Immediatamente a seguire la doppia segnaletica dei parcheggi sul lato sinistro, vi convivono le strisce a lisca di pesce, perpendicolarmente oblique al marciapiede e quelle che delimitano gli stalli parallelamente a questo. Ripetute segnalazioni dei mesi scorsi portarono alla cancellazione delle strisce stinte di un attraversamento pedonale accanto alle quali ne erano state dipinte di nuove ma l'intervento correttivo non riguardò in prosieguo quelle dei parcheggi e degli stalli non più riservati agli invalidi, spostati i segnali verticali sono rimaste le aree gialle a indicare una trascuratezza non una indicazione supportata dal segnale verticale regolamentare.

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