Studentessa accoltellata in classe, il prefetto di Caserta: «Servono investimenti culturali»

La giovane è ancora sotto osservazione all'ospedale Sant'Anna e San Sebastiano

il prefetto Giuseppe Castaldo
il prefetto Giuseppe Castaldo
di Luisa Conte
Domenica 17 Dicembre 2023, 10:30
4 Minuti di Lettura

È ancora sotto osservazione all'ospedale Sant'Anna e San Sebastiano, ma le sue condizioni di salute al momento non destano preoccupazione, la diciottenne accoltellata in classe durante una lezione serale all'istituto Michelangelo Buonarroti di Caserta. La sua compagna, quella che ha usato un coltellino che era legato al suo portachiavi per sferrare più di un colpo contro la rivale, è invece stata trasferita, dal carcere di Nisida, nella casa di detenzione femminile minorile di Roma dopo la convalida dell'arresto per tentato omicidio. Due vite in bilico, due storie unite e divise da un episodio di violenza, due giovani donne che soffrono, ognuna a suo modo, per una questione che non è solo personale, una questione che è un problema della società tutta. La cultura della violenza sembra pervadere il presente, amplificata dai media e nei social, cristallizzata nelle immagini di scontri e sangue, manifestata da e con un linguaggio codificato, spesso sporco e deprivato dal senso stesso delle parole usate. Non basta insistere sul fatto che la famiglia, in quanto primo nucleo sociale, ha responsabilità inderogabili su quanto accade per le strade, nelle scuole e in tutti i posti del viver insieme. Non serve puntare il dito contro il nemico di turno e piangere la vittima del giorno. C'è bisogno di impegno, impegno singolo e collettivo. E domani il vescovo Lagnese farà visita al Buonarroti e incontrerà dirigente e docenti.

E in questo contesto si inseriscono le iniziative avviate dalle istituzioni. In prima linea le forze dell'ordine che riconoscono, come sottolinea il prefetto di Caserta Giuseppe Castaldo, «che la risposta normativa, pur messa in campo in modo efficiente, non basta se non supportata da investimenti culturali e sociali». «La devianza giovanile è un problema generalizzato che deve essere affrontato da tutte le istituzioni, ognuna delle quali è chiamata a svolgere un ruolo pieno e convinto.

Noi abbiamo servizi mirati - spiega il prefetto - ma c'è bisogno di fare rete con le associazioni e le istituzioni civili e religiose del territorio per garantire opportunità ai giovani e soprattutto c'è la necessità di modelli positivi che possano ispirare le azioni e i comportamenti dei ragazzi».

Un cambiamento culturale, dunque, alla base delle azioni di prevenzione e di contrasto ai fenomeni di violenza, che sia essa giovanile, di genere o di altra natura. E mentre gli inquirenti lavorano sui singoli casi per determinarne ragioni, cause ed effetti, per verificare dinamiche e chiarire circostanze, c'è tutta un'organizzazione altra tesa a prevenire i crimini e a realizzare contatti e accordi per rendere più incisiva l'azione di ripristino di una normalità dimenticata. Quindi, oltre ai tanti comitati per la sicurezza nelle scuole e nella movida cittadina che si sono organizzati proprio negli ultimi mesi, «nei prossimi giorni annuncia il prefetto Castaldo faremo un punto con la dirigente scolastica (la preside Vittoria De Lucia ha convocato, intanto, il consiglio d'istituto per domani) per riflettere insieme su cosa poter fare nell'immediato. Abbiamo anche previsto un incontro con le associazioni e tutte le istituzioni del territorio, civili e religiose, per mettere a punto un piano che consenta di creare vere opportunità di crescita per i giovani. Opportunità sottolinea che devono partire dalla scuola come cardine fondamentale per la legalità, la solidarietà e il rispetto». 

Video

E, proprio a tal proposito, indicativi sono i dati della dispersione scolastica che la prefettura sta esaminando in quest'ultimo periodo. Su una platea di 79.325 alunni delle scuole dell'obbligo in 394 non hanno mai frequentato, 742 lo hanno fatto solo per metà del tempo e altri 3.564 sono risultati presenti soltanto ad un terzo circa delle lezioni. «Una situazione preoccupante, con punte del 20% in alcuni territori», sottolinea il prefetto che spiega: «Bisogna intervenire per ricreare l'alleanza tra scuola e famiglia e per intercettare i segnali del disagio e agire - servizi, sociali, scuola, famiglia e istituzioni tutte ripeto - per frenare la deriva violenta di singoli e gruppi».

E seppur su un piano diverso, l'ordigno posizionato nel Comune di Cellole è inscritto in questo contesto «malsano», è un'espressione di una società che ha «esempi sbagliati», come dice il prefetto. Anche qui a fianco alle indagini, che potrebbero rivelare nei prossimi giorni il nome dell'autore e la matrice dell'evento criminoso, è stato organizzato un comitato di sicurezza per mettere in campo percorsi virtuosi. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA