Aversa: uccise 14enne in piazza, sei processi: «Ora dieci anni di carcere»

L'imputato all'epoca era diciassettenne

Emanuele Di Caterino, la vittima
Emanuele Di Caterino, la vittima
di Biagio Salvati
Venerdì 30 Giugno 2023, 07:34 - Ultimo agg. 13:58
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 Dopo un rimpallo tra organi giudicanti durato dieci anni e 6 processi con la previsione di un settimo si avvia a conclusione il dibattimento che vede ancora una volta imputato Agostino Veneziano, di San Marcellino, autore, da minore di 17 anni, del delitto del quattordicenne Emanuele Di Caterino, ucciso a coltellate nell'aprile del 2013. Per l'imputato, il sostituto Pg della Corte di Appello di Napoli, Paola Correra, ha invocato 10 anni di carcere, a fronte dei 15 anni che in primo grado gli furono inflitti da un giudice monocratico, annullati poi dalla Corte di Appello. La sentenza è prevista per il 6 luglio. In primo grado fu accertato che Agostino Veneziano accoltellò mortalmente alla spalle Emanuele Di Caterino all'esterno dell'ufficio postale di via De Chirico ad Aversa, dopo aver subito un'aggressione dagli amici della vittima. Una lite tra ragazzi degenerata dopo che Veneziano estrasse l'arma del delitto: un coltello che non è mai stato ritrovato. Il 17enne scontò pochi mesi di carcere e poi passò in una struttura per minori dove nel frattempo è diventato maggiorenne ed uscito con dei permessi. Oggi la parte civile, in particolare la madre della vittima, vorrebbe una condanna esemplare per Veneziano diventato nel frattempo maggiorenne.

Va però detto che si tratta pur sempre di un reato commesso dal giovane quando era minore, al di là della maggiore età con la quale oggi si ritrova ancora sotto processo per un rimpallo dei tempi della giustizia. Veneziano è infatti passato quasi indenne da cinque processi - fece pochi mesi di carcere - visto che il processo di primo grado svoltosi nel 2014 con rito abbreviato davanti al giudice monocratico del tribunale dei minori, che lo condannò a 15 anni, fu poi annullato dalla Corte di Appello. Motivo: ci fu un errore di competenza di giurisdizione e pertanto la Corte ritenne che il processo si sarebbe dovuto svolgere davanti al tribunale in composizione collegiale. Al termine del nuovo processo di primo grado, l'imputato fu quindi condannato ad otto anni, poi a 10 anni in appello con verdetto annullato ad inizio 2023 dalla Corte di Cassazione, che ha rinviato gli atti ad una nuova sezione della Corte di Appello di Napoli per il sesto processo, che è iniziato il 4 maggio scorso, e in cui i giudici di secondo grado sono chiamati a motivare meglio in relazione al diniego della legittima difesa invocata dai legali di Veneziano.

In teoria potrebbe esserci anche un settimo processo per un eventuale altro passaggio, a quel punto definitivo, in Cassazione.

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La mamma di Emanuele Di Caterino, Amalia Di Iorio (costituitasi parte civile nel processo e rappresentata dall'avvocato Maurizio Zuccaro), prima che iniziasse il processo, auspicò che lo Stato punisse «chi ha sbagliato, altrimenti che esempio diamo ai giovani». Amalia in questi anni ha scritto lettere e appelli affinché l'assassino del figlio fosse ristretto in carcere, ha parlato in Parlamento e a tanti ragazzi nelle scuole contro il bullismo. «Agli altri miei tre figli - ha detto - non ho mai fatto pesare la mia battaglia per avere giustizia, ma loro mi chiedono, e me lo chiedo anch'io, qual è il senso di avere tanto battagliato nelle aule di giustizia se ancora giustizia non è stata fatta? Vedere l'assassino di mio figlio che cammina a testa alta e passa anche davanti casa, è qualcosa di terribile». 

 

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