Caserta: pugile ucciso nella movida, sconto di pena all'assassino

Gabriel Ippolito è stato condannato a 17 anni e 7 mesi

Gennaro Leone
Gennaro Leone
di Biagio Salvati
Martedì 5 Dicembre 2023, 08:44
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Il procuratore generale aveva chiesto 19 anni e un mese, a fronte della condanna a 21 anni e un mese in primo grado, ma ieri, a conclusione della camera di consiglio, i giudici della quinta sezione della Corte di assise di appello di Napoli - presidente Ginevra Abbamondi, giudice a latere Amalia Taddeo - hanno ridotto ulteriormente la condanna per Gabriel Ippolito a 17 anni e sette mesi. L'imputato di 22 anni, nativo di Maddaloni, ma residente a Caivano, è accusato del delitto di Gennaro Leone, il boxeur 18enne ucciso con una coltellata alla coscia nelle ore della movida a Caserta, nell'agosto del 2021. La Corte ha confermato l'impianto accusatorio dell'omicidio volontario, ma ha ritenuto di applicare le attenuanti generiche (prevalenti rispetto all'aggravante degli abietti e futili motivi) rideterminando la condanna e, dunque, riducendola. I giudici hanno preso 45 giorni per motivare la decisione: va detto che, secondo il codice, la Corte poteva perfino applicare l'abbattimento della pena fino a un terzo, ovvero ridurre di sette anni ma ha applicato la metà del massimo della pena, arrivando a uno sconto di 3 anni e mezzo.

«I familiari - spiega l'avvocato Alfredo Plini che, con il collega Alberto Tartaglione rappresenta la parte civile - sono delusi dalla ulteriore riduzione della pena, rispetto a quella avanzata dal procuratore generale.

Siamo curiosi di conoscere il ragionamento dei giudici appena saranno depositate le motivazioni del verdetto». All'udienza prima delle discussioni e della chiusura dell'istruttoria, era stato chiamato a deporre anche l'amico dell'imputato Filip Smajewski, finito sotto processo per rissa dopo il processo di primo grado.

In aula, aveva preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. A chiedere la sua testimonianza erano stati gli avvocati Mauro Valentino e Giuseppe Toraldo che avevano avanzato anche altre istanze ai giudici, tutte rigettate. Parte civile nel processo anche il Comune di Caserta, con l'avvocato Carolina Mannato. I giudici d'Appello avevano rigettato, in particolare, il rinnovo dibattimentale per quanto riguarda la nuova analisi dei frame dei video, la nuova escussione dei consulenti di tutte le parti processuali e la perizia d'ufficio: temi già trattati in tre udienze in primo grado.

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La difesa del giovane di Caivano, infatti, premeva per la riapertura dibattimentale, in quanto ipotizzavano una responsabilità dei medici, anche nel ritardo dell'intervento di soccorso. Circostanza che avrebbe, di fatto, escluso un nesso fra l'accoltellamento e la morte del giovane che non fu immediata. Per i professionisti, il pubblico ministero aveva già trasmesso gli atti in Procura in primo grado. Questi i fatti accaduti due anni fa: il 28 agosto del 2021 arriva la chiamata ai genitori di Gennaro dall'ospedale. Gennaro, coinvolto in una rissa, aveva rimediato una coltellata a una coscia, ma a quanto pare era arrivato in ospedale cosciente, poi ci fu il decesso. Nel corso di una delle udienze di primo grado, il giovane imputato aveva chiesto per la prima volta scusa ai familiari. Pugile della categoria medio massimi, una carriera in nazionale Youth già avviata dalla prima convocazione azzurra, sarebbe intervenuto per difendere un amico da alcuni aggressori. E uno di loro lo ha ammazzato. L'omicida, già in precedenza minacciato «da un soggetto non meglio identificato», pronunciando la frase «io ho un coltello, a capa mia nun è bon e non ho paura di accoltellarti», avrebbe colpito due volte il 18enne Gennaro dopo una discussione tra il fratello e la vittima. Due i fendenti sferrati con il coltello che portava all'interno del marsupio. 

 

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