Università «Vanvitelli» rette più alte
di Napoli e gli iscritti sono di meno

Università «Vanvitelli» rette più alte di Napoli e gli iscritti sono di meno
di Domenico Zampelli
Domenica 6 Marzo 2022, 12:09
4 Minuti di Lettura

Si paga tanto per l'Università a Caserta. La contribuzione media degli iscritti ammonta, infatti, a oltre 1.733 euro, somma peraltro in linea con il dato nazionale, anzi anche qualche decina di euro in meno. Oltre la metà degli iscritti, peraltro, non paga a causa di un reddito basso o perché è vincitore di una borsa di studio. In ogni caso è un ateneo che purtroppo respira poco insieme al territorio, visto che Terra di Lavoro è una delle aree italiane caratterizzate dalla ridotta capacità di trattenere al proprio interno gli studenti residenti.

È ricco di spunti da approfondire lo studio del Sole 24Ore che, giustamente, non riesce a farsi una ragione del fatto che l'Italia faccia registrare uno dei tassi di laureati più bassi del vecchio Continente. Siamo, infatti, intorno al 30% nel 2020, contro una media europea del 45%. Il pianeta Università è stato allora analizzato sotto diverse sfaccettature, principalmente attraverso Ustat, la piattaforma statistica del Mur. Dalla quale abbiamo estrapolato ulteriori dati, così da operare un confronto fra le varie realtà universitarie in Campania. Partendo dal numero degli iscritti nell'anno accademico che si sta chiudendo. Su un totale di 235mila iscritti la fetta Univanvitelli raggiunge quota 22.719.


In testa c'è naturalmente la Federico II, che sfiora la soglia 75mila. Precede l'ateneo casertano anche quello di Salerno, che di iscritti ne conta 34mila. A seguire ci sono l'Orientale, Parthenope (ambedue a quota 11mila) e il Suor Orsola Benincasa (8mila). Chiudono la classifica i due atenei di Benevento: Unisannio con 4mila e Giustino Fortunato con 1.800 iscritti. Sul fronte invece della contribuzione media svetta il Benincasa con 2.819 euro, seguita dalla Giustino Fortunato con 2.335. In ambedue i casi ci troviamo oltre la media nazionale che si attesta a 1.814 euro.

Subito dopo viene Caserta: uno studente dell'Univanvitelli paga in media 1.733 euro.

Somma che scende a 1.263 nel caso della Federico II. Le altre realtà si aggirano intorno ai mille euro: appena sopra nel caso di Salerno, poco al di sotto per UniSannio e Parthenope. Quota più bassa in assoluto per L'Orientale, con 874 euro. Ma quanti sono gli studenti a pagarla, questa somma? In Italia un terzo degli iscritti ne è esonerato, per Isee basso o per borsa di studio, in Campania la quota sale fino alla metà. Questo avviene perché a partire dal 2017 è stata introdotta la No Tax Area, che si applica a tutte le istituzioni universitarie e di Alta Formazione statali e permette a chi ha un Isee sotto i 13mila euro di non pagare l'iscrizione, come pure di beneficiare di riduzioni delle tasse universitarie nel caso di un Isee compreso tra i 13mila e i 30mila euro.

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A Caserta la quota di esenzione per reddito raggiunge il 40%, mentre il 12% è beneficiario di una borsa di studio. Quota complessiva simile anche presso l'Orientale (36% per reddito e 17% per una borsa di studio), e a Salerno (35% per reddito e 17% per borsa di studio). Sotto la metà Unisannio (39% complessivo), Federico II (47%), Parthenope (45%) e Suor Orsola Benincasa (30%). Nonostante questo oggettivo ausilio, il quotidiano di Confindustria documenta dati più bassi rispetto ai principali paesi europei. Segno che non è sufficiente non pagare le tasse universitarie per poter frequentare con agio l'università. C'è allora anche dell'altro. Per esempio negli alloggi, specie al sud, dove ci sono meno possibilità per gli studenti provenienti da zone più lontane dall'università di poter risiedere in una Casa dello Studente. Si passa da tassi di alloggiati di oltre 80 per 1000 nelle regioni settentrionali a meno di 10 per 1000 iscritti nel Mezzogiorno. In Campania ci sono, poi, pochi posti letto in numero assoluto e anche in relazione al numero di residenti e di iscritti ai corsi di laurea, che possono provenire anche da una regione diversa. Caserta, poi, ha una aggravante specifica, rappresentata da una ridotta capacità (inferiore al 40%) di trattenere al proprio interno gli studenti residenti. Questo lo documenta l'Istat, nel suo Rapporto territorio 2020, ed è una situazione che coinvolge anche le aree di Campobasso, Foggia, Venezia e Ancona.
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